La visione dei vinti, Gli indios del Perù di fronte alla conquista spagnola. Nathan Wachtel. Einaudi, 1978.

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Descrizione

Einaudi (Paperbacks 84); 1978; no isbn; Copertina flessibile ; 20,5 x 12,5 cm; pp. 414; Traduzione di G. Lapasini. ; sottolineature a matita nel testo, segni d’uso alla copertina che presenta lievi fioriture; Accettabile (come da foto). ; Per molto tempo la storiografia occidentale ha considerato l’Europa come l’unico centro di riferimento intorno al quale ordinare la storia dell’umanità. Soltanto con la fine dell’egemonia europea e con lo svilupparsi delle scienze antropologiche l’Occidente ha preso coscienza che esistono altre società, che esse hanno una storia e modelli di sviluppo che non rientrano necessariamente in quello europeo. Le civiltà precolombiane sono vissute per millenni isolate dal resto del mondo, mentre le altre società – in Africa, in Asia, in Europa – subivano il gioco delle culture e delle influenze reciproche. Quando gli spagnoli scoprirono in America un’altra umanità, il loro stupore fu enorme: il XVI secolo segna lo scontro di due mondi totalmente estranei tra loro. Con la Conquista ci troviamo di fronte ad un fenomeno che costituisce un autentico esperimento nel campo delle scienze umane: società sino ad allora chiuse in se stesse subiscono, con l’irrompere di uomini di pelle bianca, lo choc di un evento esterno. Come vi reagiscono? Qual è, in seguito, la loro evoluzione? In genere la storiografia occidentale ha studiato la Conquista da un solo punto di vista, quello dei vincitori. Ma esiste un’altra faccia della medaglia: per gli indios l’arrivo degli spagnoli significa la distruzione della loro civiltà. Come hanno vissuto la sconfitta? Come l’hanno interpretata? In che modo questo ricordo si è perpetuato nella loro memoria collettiva? Il volume di Nathan Wachtel, un originale modello di metodo, intende appunto rispondere a queste domande. «Si tratta, in un certo senso, di passare dall’altra parte – scrive Wachtel – e di esaminare la storia al rovescio… Certo, non potremo mai rivivere dall’interno i sentimenti e i pensieri di Moctezuma o di Atahuallpa. Ma possiamo almeno tentare di disancorarci dalle nostre abitudini mentali, di spostare il nostro punto d’osservazione e di porre al centro del nostro interesse la tragica visione dei vinti. E non attraverso slanci affettivi, ma attraverso la critica dei documenti che ci consentono di conoscere le società indigene dell’America nel XVI secolo. Ciò comporta il confluire di due discipline: la storia e l’etnologia». ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.

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