Descrizione
Raetia (pensiero duemila 3); 1999; 8872831245; Copertina flessibile con risvolti ; 23 x 16,5 cm; pp. 291; Traduzione di F. Reinders . Prima edizione. ; ex-libris al frontespizio, leggeri segni d’uso alla copertina, interno ottimo; Buono (come da foto). ; Esiste una guerra giusta? Umanitaria? Dall’analisi qui proposta emerge che la “guerra giusta”, un tempo teorizzata dalla teologia cattolica, non può esistere in teoria e tantomeno in realtà. E qual è la causa della guerra? Perchè uomini “civili” e Stati moderni continuano alla fine del secondo millennio a provocare stermini e massacri atroci? Per Drewermann la causa più profonda della guerra non sta nei sistemi socioeconomici in quanto tali. È l’uomo stesso la causa della guerra: “non un ‘sistema’, l’uomo stesso è bellicoso”. L’angoscia esistenziale e le paure circostanziate sono il vero motore della violenza. Sullo sfondo di questo dato, Eugen Drewermann analizza il fenomeno della guerra, “madre di tutte le cose”, nelle sue diverse forme e sfaccettature. La guerra appare infine una “follia collettiva”, nata dalla natura stessa dell’uomo. Le religioni e l’etica hanno sempre cercato di dare una risposta al problema. I tentativi dell’etica finiscono in dilemmi insuperabili. La religione cristiana, per quanto possa volere la pace, era e continua ad essere oggettivamente incapace di promuoverla, e nella sua storia ha fin troppo spesso causato la guerra. Le religioni asiatiche, che pur hanno proposto delle soluzioni non violente per superare la violenza, non hanno mai portato ad un superamento della guerra su grande scala. Che cosa bisogna fare dunque? Per Drewermann non c’è appunto nulla da “fare”: “si può fare la guerra, la pace non può essere «fatta»”. La capacità di essere pacifici può nascere solo negli strati profondi dell’animo umano. È qui che le religioni, ivi compresi il cristianesimo (purchè capace di autocritica e in grado di imparare dalle religioni “pagane”), potrebbero intervenire: vincendo la paura e superando cosi la “spirale dell’angoscia” che da sempre è la radice più profonda di tutte le guerre. Un’utopia? Forse. Ma forse è davvero questa l’unica strada che potrebbe salvare l’uomo dall’autodistruzione ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.