Descrizione
Bardi; 1984; 8885699006 ; brossura con sovracoperta; 28 x 24 cm; pp. n.n; A cura di Fabrizio Di Giacomo. Traduzione di Allen Andrews. Disegni di Ron Sandford, in nero a tutta pagina. Volume riccamente illustrato in b./n. ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni), interno senza scritte, tagli lievemente bruniti; Buono, (come da foto). ;Il Popolo di Roma in 100 Sonetti tradotti dal romanesco all’inglese. Giuseppe Gioacchino BELLI, poeta italiano (Roma 1791 -1863). Fu dapprima impiegato privato e poi governativo. Socio di varie accademie romane: l’Arcadia, l’Ellenica, la Tiberina (della quale fu fondatore), scrisse, oltre a poesie in lingua letteraria, 2279 sonetti in dialetto romanesco che lo pongono tra i maggiori poeti del nostro Ottocento. Mentre la sua vita fu improntata a conformismo, i suoi sonetti (scritti negli anni 1830-1839 e 1843-1849 e pubblicati postumi) costituiscono un quadro tragico e comico insieme della stagnante Roma papale di Gregorio XVI: della plebe romana, miserabile e calpestata, e della corrotta società prelatizia e nobiliare. Questa contraddizione tra l’uomo e il poeta si spiega, ma solo in parte, col fatto che il Belli, orientato verso un riformismo illuministico, temeva ogni trasformazione sociale provocata dall’iniziativa popolare. I suoi sonetti ritraggono con intento documentario (che non riesce a celare un’amara disperazione di fronte a tanta ingiustizia) le pene quotidiane, la filosofia, le superstizioni, i bisogni elementari, gli sfoghi, le risse del popolo e le sue case povere e buie; di conto, gli ambienti, i riti le figure del clero e del patriziato; e poi i tribunali, gli uffici, i monumenti, le piazze e le stagioni di Roma. Tutta un’esplorata realtà psicologica e sociale, densa di toni epici, patetici, drammatici, viene espressa «dal basso», dalla voce stessa degli umili, tramite il linguaggio meno colto dei rioni romaneschi, accettato nella sua totalità, senza attenuazioni. Con quest’opera d’arte sapientissima il Belli, lettore e ammiratore del Porta e dei grandi romanzieri moderni, reagì all’involuzione del Romanticismo, fantasticheggiante e misticheggiante, e aprì nuove strade al realismo, soprattutto quando, alla macchietta, allo sberleffo, allo sfregio anarcoide e un pò gratuito, sostituì il quadro sobrio d’una tragedia, la rappresentazione di un mondo sofferente e d’una società in rovina.; ATTENZIONE! Spedizione tracciabile entro 24 ore lavorative. Il libro sarà accompagnato dallo scontrino, chi volesse la fattura deve comunicare i dati completi al momento dell’ordine. Contatti: 0118390381.