Descrizione
Einaudi (Saggi 375.); 1966; Noisbn ; Rilegato con titoli al dorso, sovracoperta ; 21,5 x 15,5 cm; pp. XX-538; Terza edizione. ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni), interno senza scritte, volume lievemente brunito; Buono, (come da foto). ; Sembrava che, sulla campagna di Russia, tutto fosse stato detto. Nd coro delle memorie, dei diari, dei racconti, mancavano tuttavia le voci dei veri protagonisti, mancava la guerra del contadino, del montanaro, del manovale, la guerra del povero, che non finisce mai. Ai soldati (qui, sono soprattutto gli alpini) non era stata ancora concessa la parola. Nuto Revelli ha ritrovato quaranta reduci della Cuneense, ha riportato alla luce una storia che non era mai stata raccontata con tanta ingenua sincerità, trascrivendo fedelmente quanto gli è stato dettato, registrando anche i lunghi silenzi, le crisi di pianto, gli abbandoni. « Raccontano e soffrono — annota — scavano dentro, cercano il vero. Raccontando si piegano, piangono. Nelle baite, nelle cascine, quando la moglie e i figli ascoltano, il racconto è meno crudele, più umano. Nelle osterie non vogliono testimoni, gli estranei non possono capire, non possono credere. Quasi tutti non hanno mai letto un libro di guerra. Non imprecano… Dicono cose grosse, enormi, con la semplicità di chi ritrova intatto il passato. Sono candidi, rassegnati, oggi come allora ». Sono nate cosí queste testimonianze che con sconvolgente immediatezza ci parlano di freddo atroce e di fame, di marce interminabili, di tradotte della morte, di prigionia, di epidemie, ma anche di incredibili episodi di solidarietà umana. E su tutto una parola russa, «lavai », avanti, cammina. Una parola ossessiva, che è quasi divenuta simbolica, a riassumere un interminabile calvario….; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.