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Il tempio. Stephen Spender. Es, 1999.

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Descrizione

ES (Biblioteca dell’eros 95.); 1998; 9788886534673 ; Copertina flessibile con risvolti ; 22 x 13 cm; pp. 214; Traduzione di Bruno Osimo. ; Presenta minimi segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni), interno senza scritte; Molto buono, (come da foto). ; La prima stesura de Il tempio risale al 1929. Il manoscritto, rifiutato da «Geoffrey Faber, il mio editore, » come scrive Spender nell’ Introduzione che considerò improponibile la pubblicazione di un romanzo che, oltre a essere diffamatorio, in base alle leggi allora vigenti era pornografico», poi venduto nel 1962 all’Università del Texas «durante una di quelle crisi finanziarie a cui vanno soggetti i poeti», venne fortunosamente recuperato dall’Autore nel 1985, completamente riscritto e pubblicato nel 1988 nell’attuale versione. «Il 1929 fu l’ultimo anno» scrive ancora Spender nella Introduzione «di quella strana estate di san Martino che fu la Repubblica di Weimar. A me e a molti dei miei amici la Germania sembrava un paradiso senza censure, dove i giovani tedeschi godevano di una straordinaria libertà. Per contro l’Inghilterra era il paese in cui l’Ulysses di James Joyce era stato messo al bando, così come The Well of Loneliness di Radclyffe Hall, un romanzo che parlava di una relazione lesbica. L’Inghilterra era il paese in cui per ordine di un magistrato di Londra la polizia strappava dai muri della Warren Gallery i quadri di D. H. Lawrence. La censura, più di tutto il resto, fece sì che i giovani scrittori inglesi considerassero il loro paese come un luogo dal quale fuggire: allo stesso modo, all’inizio degli anni Venti, il proibizionismo aveva indotto giovani americani come Hemingway e Scott Fitzgerald a lasciare l’America, emigrando in Francia o in Spagna. Per loro, l’alcol; per noi, il sesso. […] Credo che tutto questo spieghi molte cose di The Temple, un romanzo autobiografico in cui l’autore cerca di riferire fedelmente le esperienze fatte nell’estate del 1929. Avevo la sensazione, scrivendolo, di mandare dispacci ad amici e colleghi in patria da una prima linea della nostra comune guerra contro la censura. […] Scrivendo The Temple, sentivo di appartenere appieno alla mia generazione, intento com’ero a esplorare nuovi territori del vissuto che si identificavano con una letteratura nuova. Era il periodo in cui nel titolo di quasi tutte le antologie o riviste letterarie compariva l’epiteto “nuovo”. Le Odi raccolte in The Orators di Auden, ognuna dedicata a un amico, e con il riferimento a “Stephen” e al “tempio” nella prima, mettono in risalto questa sensazione di un’avventura comune…; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.