Mascarò il cacciatore americano. Prefazione Gabriel Garcia Marquez. Haroldo Conti. Bompiani, 1983.

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Descrizione

Bompiani ; 1983; Noisbn ; Rilegato con titoli in oro al dorso, sovracoperta ; 22,5 x 14,5 cm; pp. 249; Traduzione di Francesco Saba Sardi. Prima edizione. Prefazione Gabriel Garcia Marquez (La ultima y mala noticia sobre Harold Conti) ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni), interno senza scritte, volume lievemente brunito; Buono, (come da foto). ; Mascaró, il cacciatore americano è l’ultimo romanzo di Haroldo Conti, “uno dei grandi scrittori argentini”, come lo definisce Gabriel García Márquez nella prefazione in cui racconta le tragiche circostanze che hanno fatto di Haroldo Conti un desaparecido. È una storia, quella qui narrata, che costituisce un proclama di affrancamento dalle millenarie catene dell’uomo: non soltanto catene politiche, ma anche, e in primo luogo, i condizionamenti, le rinunce, i rispetti umani che impediscono a quasi tutti noi di essere “felicemente vagabondi”. Perché è questo il senso segreto di una vicenda semplicissima, dal vago sapore felliniano: Oreste, stralunato “barbone”; il Principe Patagón, caleidoscopico guitto, poeta, “mago indovino patentato, algebrista, quasi imperatore”. Maruca-Sonia, enorme, dolcissimo ammasso, idolo di carne che sarà abbandonata all’adorazione di un intero villaggio incantato dalla sua voce dolcissima; Boccatorta, cocchiere e domatore; il nano Perinola, Farseto, il leone Budinetto e gli altri componenti, uomini e animali, del Gran Circo dell’Arca, uno scassato carrozzone, una zattera di allegri naufraghi, si spostano da un luogo-senza-luogo a un altro di un’ Argentina di sterminate distese, assetati deserti, villaggi senza tempo, dove la fantasia immagina (o forse esistono in carne e ossa?) uomini alati. Ed è un’Argentina incartografabile, un misto di concretissimo realismo e favolosa meraviglia: uno sfondo sul quale si muove, comparendo e scomparendo come un “terribile canto”, sempre vestito di nero, il “cacciatore d’uomini”, il pistolero, alias Mascaró, alias Joselito Bembé, incarnazione della libertà per la quale, all’occorrenza, bisogna saper lottare. Ma, soprattutto, la libertà è loca, è pazza, è inafferrabile, indecifrabile. Ed è naturale che le autorità, in Argentina e altrove, non ne tollerino l’insituabile presenza. Donde arresti, torture (e qui Conti ha prefigurato, in termini di surreale umorismo nero, la sua stessa sorte), separazione: l’avventura comune ha posto ciascuno di fronte al suo destino, che è di operare, ognuno a modo suo, per la liberazione generale che è, forse, rivoluzionaria. Ammirevole lezione di speranza, il romanzo di Conti è però soprattutto un’opera d’arte esemplare, irta di metafore, ricca di sfumature, in cui una scatenata fantasmagoria si accompagna a un’espertissima dosatura: una delle opere più alte della letteratura latinoamericana del nostro secolo, che la calibrata traduzione di Francesco Saba Sardi ha saputo rendere in tutta la sua pregnanza.. ; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.