Descrizione
Editori Riuniti (Opere di Gorki Vol XVI-XX); 1962; Noisbn ; Copertina flessibile ; 21 x 13,5 cm; pp. 423, 443, 410, 409, 597; A cura di Ignazio Ambrogio e Agostino Villa. Traduzione di A. A. e Filippo Frassati. Prima edizione nella collana.; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (con piccole imperfezioni), interno senza scritte, bordi lievemente bruniti. (Il Vol XIX presenta lacerazione alle ultime 10 pagine dovute a un errore d’impaginazione) ; Buono, (come da foto). ; Il romanzo ciclico (tit. orig.: Gizn Klima Samghina), in cui Gorki volle raffigurare quarant’anni di storia russa, dal 1880 al 1918, «quarant’anni di vita dell’intellettualità russa », «ossia degli uomini che inventano se stessi », fu composto in oltre un decennio di lavoro: la prima parte fu scritta tra il 1925 e il 1926, la seconda tra il 1926 e il 1928, la terza tra il 1928 e il 1930, la quarta tra il 1931 e il 1936 (anno della morte dell’autore). Le prime tre parti (comprese nei vv. XVI-XIX della presente edizione) furono pubblicate prima frammentariamente e poi per intero dall’autore; la quarta parte (tradotta nel v. XX) rimase incompiuta e uscí postuma, a cura della commissione incaricata di riordinare e dare alle stampe il carteggio e i testi inediti di Gorki. La nostra traduzione delle prime tre parti è, con qualche ritocco, quella presentata dall’editore Giulio Einaudi nel 1955. La quarta parte fondamentale nell’economia complessiva dell’opera – era sinora assolutamente inedita in italiano. Come lo stesso Gorki riferisce in un intervento del 1931, il cui testo è conservato nel suo « Archivio», l’idea del Klim Samghin maturò in lui molti anni prima che cominciasse a redigere quest’opera complessa e di vasto impegno, che subí non poche modificazioni nel corso dell’assiduo lavoro: « Concepii questo libro molto tempo fa, dopo la prima rivoluzione del 1905-1906, quando l’intellettualità russa che si riteneva rivoluzionaria (e che in effetti aveva partecipato in qualche modo alla prima rivoluzione) cominciò nel 1907-1908 a pencolare fortemente verso destra. Uscirono allora la raccolta cadetta Viechi e un certo numero di opere in cui si affermava e si dimostrava che il cammino degli intellettuali divergeva da quello della classe operaia e, in generale, della rivoluzione. Sentii cosí il desiderio di delineare la figura di un intellettuale, a mio giudizio, tipico. Ne avevo conosciuti molti e di persona; inoltre conoscevo quest’intellettuale storicamente, letterariamente; lo conoscevo come tipico non solo per il nostro paese, ma anche per la Francia e l’Inghilterra. Questo tipo di individualista, di uomo dalle facoltà intellettuali immancabilmente mediocri, privo di qualsiasi capacità effettiva, percorre tutta la letteratura dell’ottocento. Da noi questo tipo è in un primo tempo colui che aderisce ai circoli rivoluzionari e in seguito diventa un fautore della politica borghese….. Maksim Gor’kij (pseudonimo di Aleksej Maksimovic Peškov), nasce a Nižnij Novgorod nel 1868 e muore a Gorkij, presso Mosca nel 1936. Le sue opere hanno avuto al centro la lotta contro la miseria, l’ignoranza e la tirannia. È considerato il padre del realismo socialista. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.