Descrizione
Einaudi (Saggi 164.); 1953; Noisbn ; Copertina flessibile ; 21,5 x 16 cm; pp.409; Traduzione di Laura Facetti di Franceschi. Ill. a col e b/n ; Presenta segni d’uso (imperfezioni e sbucciature ai bordi, piccole mancanze alla sovracoperta), interno senza scritte, volume lievemente brunito ; Accettabile (come da foto). ; Se romanzo si è chiamato questo libro, non è perché sia opera di fantasia o comunque indulga agli arbitri delle « biografie romanzate ». Già nei quadri di Francisco Goya è presente un elemento di tensione romanzesca, ed è questo elemento che Antonina Vallentin ha saputo trasmettere alla sua ricostruzione storica della vita dell’artista. Il trapasso da un mondo dispotico e conformista alle speranze d’un nuovo umanesimo della Ragione e della Libertà, è impersonato in modo drammatico nella figura del pittore spagnolo, di questo popolano sensibile alle ambizioni mondane ma irriducibilmente libero e novatore, quest’uomo isolato dalla sordità ma assetato di realtà e di vita, questo sensuale sempre proclive al dolore, questo fantastico e allucinato adoratore della Ragione. Ma dire di Goya significa, innanzitutto, dire della Spagna: una Spagna macilenta di miseria e stracarica di lusso, bigotta e viziosa, coi majos fieri e indolenti, le nobildonne corrotte, i generosi popolani che si ribellano all’occupazione napoleonica quand’essa si consolida in tirannia. La duchessa d’Alba sfrenata e bizzarra, l’imperiosa e cupida regina Maria Luisa, il rozzo suo favorito Godoy, e cento altri personaggi umili o coronati, s’animano dalle mute cornici in cui Goya li ha fissati per sempre, e intrecciano le loro vicende per le pagine del libro. Antonina Vallentin è nata nel 1893 a Lvov, città allora austroungarica, poi polacca, ora russa. Visse a Berlino, a contatto con i più vivi ambienti intellettuali della Germania di Weimar. Le sue biografie piú famose sono, con questa di Goya, quelle di Heine, di Mirabeau, di Leonardo. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.
