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Dry. Augusten Burroughs. Alet Edizioni, 2005.

COD: 15637 Categoria:

Descrizione

Alet (Autografie narrativa); 2005; 9788875200138 ; Copertina flessibile con risvolti ; 21 x 14,5 cm; pp. 299; Traduzione di A. Raffo. ; minimi segni d’uso alla copertina, interno ottimo; Molto buono (come da foto). ; Per i lettori italiani di Augusten Burroughs. Correndo con le forbici in mano è stata una sorpresa folgorante: un romanzo di disgregazione, invece che di formazione. Un vero dramma, filtrato dalla lente imprevedibile della comicità, che è riuscito a farci ridere con una materia apparentemente destinata a strappare fiumi di lacrime: come una trama di J.T. Leroy riscritta da David Sedaris, o un video di Marylin Manson girato da John Waters. Ora, con Dry, il ragazzino è cresciuto, l’adolescenza è finita, la storia è la stessa, ma inesorabilmente un’altra. Dry è la cronaca (autobiografica) di una disintossicazione, l’epopea di un alcolista che, dopo aver toccato il fondo, non ha altre scelte se non soccombere o risalire. Certo, non si tratta del solito barbone: quello di Burroughs è un fondo molto glamour, con appartamenti eleganti, lavori prestigiosi, locali notturni e una New York luccicante alle spalle. Ma la cornice signorile non è sufficiente a salvarlo dall’abisso. Burroughs, senza rinunciare all’ironia, ha doppiamente optato per una scelta di sobrietà, nella vita e nello stile, regalandoci un romanzo splendidamente onesto; la sua storia è un cammino fatto di impegni e ricadute, di alleati e nemici e, soprattutto, di continue vittime sul campo. Non lasciate ogni speranza, o voi che entrate, ma non affezionatevi troppo ai protagonisti di queste pagine. Il pericolo di perderli è costante. Tra pubblicitari e puttane, superalcolici e crack, uomini da amare e uomini da portarsi a letto, quello di Burroughs è un libro sul concetto della redenzione: un testo sacro metropolitano, dolente, dannatamente contemporaneo ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.