Descrizione
Zanfi Editore (Il novecento. Storie di moda. 4); 1989; 8885168302 ; Rilegato con titoli al piatto, sovracoperta ; 29 x 22 cm; pp. 143; Volume riccamente illustrato a col. e b./n. ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni), interno senza scritte; Buono, (come da foto). ; Dapprincipio fu gonna. Raccontare la sua storia è come narrare la storia lontana dell’umanità. Il primo indumento infatti, di pelle d’animale o di tessuto, che uomini e donne si sono drappeggiati addosso aveva la forma di un gonnellone… a vita alta – perché affrancata a metà del torso – oppure di una… minigonna – il perizoma – stretta intorno ai fianchi, per gli abitanti dei paesi più caldi. Gonne per tutti quindi fin dall’inizio, poi con la diversificazione sessuale dell’abbigliamento solo per le signore, alle quali, in nome di quell’indumento alle volte molto imbarazzante per lunghezze e volumi artatamente esasperati, veniva imposto un atteggiamento adeguato a proteggere altre virtù che molto avevano a che fare con la modestia, la verecondia e il bon ton. Il racconto dell’evoluzione morfologica della sottana puntualizza lo stretto legame che la unisce all’ideologia del femminile e, percorrendo gli itinerari delle mode dei tempi, sottolinea le rivoluzioni “libertarie” che si identificano con i tagli all’orlo. Più si accorcia seducendo l’audacia, stimolando l’attenzione dei creatori di moda la gonna si trasforma da Cenerentola del corredo vestiario in un imprescindibile capo d’eleganza, tanto più la donna ha man mano allargato i confini del suo quotidiano indossandola sempre e ovunque con stilizzata disinvoltura. Maxilunga fino a terra, pronta per l’inciampo, alla caviglia, midi al polpaccio, al ginocchio, mini o microcorta la gonna, onnipresente nella storia della moda del Novecento, sigla con scansioni fortemente ritmate l’avventura vitale della spigliata femminilità più affermata. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.
