Descrizione
Sansoni; 1975; Noisbn ; Rilegato con sovracoperta e cofanetto; 19,5 x 13,5 cm; pp. 847; Traduzione di M.L. Paradisi. Numerose fotografie b/n nel testo e fuori testo. Cartine ripiegate a fondo libro; leggeri segni d’uso alla sovracopertina, interno ottimo; Buono (come da foto). ; A 47 anni nel 1918 Michele Rostovtzeff (1870-1952) lasciava la Russia. Anche se la Università di Oxford gli offriva tosto un rifugio provvisorio, i primi anni dell’esilio erano per lui, come per quasi tutti gli esuli, un periodo di incertezza, sofferenza, difficile riorientamento. A considerare definitivo il distacco dalla patria non poteva rassegnarsi che dopo anni (circa 1918-1922) di vane attività negli ambienti dei fuorusciti. Solo intorno al 1923 Rostovtzeff giunge a un nuovo equilibrio. Appunto nel 1923 egli presenta nel Musée Belge le linee maestre di qu quella che sarà la sua interpretazione della caduta dell’impero romano nella Storia Sociale ed Economica dell’ Impero Romano del 1926. Siffatta interpretazione, secondo cui, come è noto, un esercito “rosso” di contadini distrusse la civiltà urbana dell’impero, era generalizzata sino al punto di rappresentare un interrogativo per ogni civiltà. Rostovtzeff si domandava se mai una civiltà avrebbe potuto resistere all’urto delle masse. Ma la domanda non sarebbe stata fatta se l’autore non avesse sentito una ammirazione illuministica, ingenua e calda, per la civiltà dell’impero romano – e implicitamente, dunque, per la civiltà borghese del sec. XX che le era considerata simile. Se la pagina finale della Storia Sociale era pessimistica, essa conchiudeva una descrizione dell’impero in cui per centinaia di pagine Rostovtzeff aveva insistito sulla varietà, ricchezza e attraenza della vita urbana nell’impero. Quali che fossero le ombre del futuro, una civiltà a cui valesse la pena di collaborare era esistita nell’Europa dei primi due secoli dell’impero; esisteva di nuovo, esisteva ancora e tanto più, nell’ Europa occidentale e nell’America del ventesimo secolo… Proprio mentre si conchiudeva il periodo di transizione tra l’Europa e l’America, negli anni di riassestamento dell’esule nel nuovo mondo, Rostovt- zeff stendeva la Storia del Mondo Antico. La stendeva significativamente ancora in russo l’ultima sua grossa opera nella lingua materna -e la pubblicava dapprima, nel 1924, a Berlino, dove aveva uno dei suoi centri l’emigrazione anti-bolscevica. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.