Descrizione
Cappelli (Collana d’Oro Le Alpi, 5.); 1948; Noisbn ; Copertina flessibile; 19 x 13,5 cm; pp.282; Traduzione di Clara Ciraolo. Terza edizione.; Presenta severi segni d’uso e del tempo (mancanze ai bordi delle prime 6 pagine, piccole lacerazioni, imperfezioni, sbucciature), interno senza scritte, timbro alla prima pagina, molto brunito; Accettabile (come da foto). ; PREFAZIONE. Il ciclo di leggende del “Regno dei Fanes” forma la parte principale del presente volume. E poiché il ciclo stesso, per molti riguardi, si differenzia dalle altre parti della mia raccolta, non sarà inutile farlo precedere da un breve commento sulla sua natura e sul mio lavoro di ricostruzione. Per quattro volte nel 1928 nel 1905, nel 1908, nel 1918, ho ricominciato il tentativo di riunire i frammenti superstiti del gruppo di leggende ladine intorno ai “Fanes” e di ricomporre l’unità ciclica che un tempo esse devono aver avuto. I tre primi tentativi fallirono: l’ultimo ebbe miglior esito. Il risultato è questo libro. Non è detto che sia raggiunta la forma definitiva; una parziale rielaborazione potrebbe un giorno apparire necessaria. E non è da escludere che io non arrivi mai a dare una forma del tutto soddisfacente a questa materia attraente e difficile. Le rappresentazioni popolari di drammi d’argomento guerresco, frequenti un tempo in val di Fassa e ancora in uso nei primi lustri del secolo scorso, erano accompagnate da prologhi e da epiloghi di origine molto piú antica, nei quali si inserivano brani di canti, già allora a metà dimenticati, relativi al ” Regno dei Fanes “, e si parlava dell’eroe fassano Lidsanèl come del ” discendente dei principi dei Fanes “. Questi frammenti ci rivelano cosi l’esistenza di una antichissima epopea, nella quale veniva celebrato appunto il Regno dei Fanes : cioè il popolo primitivo delle Dolomiti e il suo paese d’origine. Ora, nelle Dolomiti settentrionali, fra Marebbe e Landro, si estende un grande e impervio territorio, mal conosciuto, che già un vecchio autore, pur ignorando le leggende locali, assomiglia a una città incantata. A quel tratto delle Dolomiti è legato l’antico nome di Fanes o Fanis: nome tutt’ora inesplicabile, se non per la leggenda, la quale narra di uno splendido regno sulle montagne, che aveva lassú i suoi villaggi e i suoi campi. Il paese si chiamava Fanis, gli abitanti Fanes. Il castello reale, rocca forte e dimora dei loro principi, doveva essere situato nella parte meridionale delle Cunturines. In origine i Fanes erano gente pacifica, a tal punto da essere chiamati ” Marmotte”, per l’abitudine che avevano di rifugiarsi nel cavo dei monti ogni volta fossero minacciati da assalti nemici. Ma l’ultimo dei loro re fu guerriero, diede al suo popolo la gloria delle armi, e le sue conquiste segnarono il massimo splendore del regno. Il periodo delle grandi vittorie fu seguito da un tempo meno fortunato, durante il quale i Fanes furono assaliti e sconfitti da altri popoli. E la loro storia termina con la loro distruzione e la fine del regno…..; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.