Descrizione
Einaudi; 1960; Noisbn ; Rilegato con titoli al dorso, sovracoperta ; 22 x 14,5 cm; pp. 371; . Traduzione di Bruno Fonzi. Seconda edizione. ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi della sovracoperta (senza mancanze, piccole imperfezioni), volume saldo, interno senza scritte, bruniture; Buono, (come da foto). ; Con I Mandarini, che era in sostanza un’opera autobiografica appena mascherata da romanzo, Simone de Beauvoir aveva già dato prova delle sue eccezionali qualità di «memorialista»; e la stessa chiarezza e intensità di pensiero, la stessa lucida sincerità, lo stesso potere di ritrarre vividamente un ambiente, un clima intellettuale, una generazione si applicano ora, questa volta in prima persona, alla sua vita privata. Queste Memorie d’una ragazza perbene sono infatti l’autobiografia della scrittrice fino ai vent’anni: la storia d’un’infanzia, un’adolescenza e una prima giovinezza analizzata con rara penetrazione psicologica, e insieme la storia, avvincente piú d’un romanzo, di una formazione intellettuale e morale. Senza alcuna ostilità programmatica, Simone de Beauvoir si china sul mondo della sua infanzia i bei castelli circondati da grandi parchi, la mochetta rossa degli appartamenti parigini pieni di decoro borghese dove ella mosse i primi passi sotto gli occhi di genitori amorosi e di un gran parentado – nonni, nonne, zii, zie, cugini… Quel mondo lustro e ordinato dell’alta borghesia francese conservatrice e bigotta, «classe privilegiata » per eccellenza – dove ogni cosa aveva il suo nome e il suo posto – e che fu d’un tratto sconvolto dal cataclisma della prima guerra mondiale. Assai presto, appena uscita dalla fanciullezza, Simone comincia a sentire i primi dubbi, comincia a intravvedere i pregiudizi meschini, l’avidità, le ipocrisie, gli egoismi, che si celano sotto la lucida superficie di quella società che è stata educata a considerare come l’unica depositaria del Vero e del Bene. Comincia da allora la sua lotta per strapparsi ai vincoli d’un monopolio spirituale e intellettuale che l’ha irretita fin dalla nascita un processo di liberazione che si compie al prezzo di dolorose lacerazioni, di una revisione sentimentale che l’autrice inizia in età precocissima, con olimpica imparzialità, e nell’alternarsi d’un incerto amore per un cugino estroso e dissipato che finirà male, e l’amicizia appassionata per una compagna, una figura delicata e tragica d’adolescente che è tra le piú toccanti del libro. Gli anni della Sorbona e della Normale, quei templi della cultura laica paventatissimi e aborriti dal suo « ambiente » come sentine di vizi intellettuali e morali, finiranno per trarla del tutto negli spazi aperti della libera critica. In questa parte conclusiva del libro vediamo sfilare alcune delle piú note figure della cultura francese di oggi da Simone Weil a Raymond Aron, da Merleau- Ponty a Roger Vailland a Politzer; finché l’incontro decisivo, con J.-P. Sartre, non concluderà la storia della jeune fille rangée per iniziare quella della grande scrittrice. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.