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Menzogna e sortilegio. Elsa Morante. Einaudi, 1962.

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Descrizione

Einaudi; 1962; Noisbn ; Rilegato con titoli al dorso, sovracoperta ; 22 x 14,5 cm; pp. 711; Quarta edizione (20 ottobre 1962). ; Presenta segni d’uso ai bordi della sovracoperta (piccole mancanze e lacerazioni, imperfezioni), sbucciature ai bordi, volume saldo, interno senza scritte, bruniture; Accettabile, (come da foto). ; In anni difficili per la narrativa, la prima apparizione di Menzogna e sortilegio (Premio Viareggio 1948) fu una sorprendente smentita a quanti denunciavano allora una presunta crisi dell’arte del romanzo. Contro i pregiudizi contemporanei, questo osava di essere un vero romanzo, proprio inteso secondo i modelli della grande tradizione, che da Stendhal, a Tolstoi, arrivava a Proust. Inteso, cioè, come lo specchio di una intera società umana: dove le relazioni e i personaggi del dramma reale si riconoscano in tutta la loro pietà; e al giro conchiuso di ogni generazione e di ogni destino rispondano altre dimensioni senza termine, imitando il movimento della realtà stessa. Le interpretazioni diverse – anzi curiosamente contraddittorie pure nell’elogio – date a suo tempo di questo libro, valgono ad attestarne la ricchezza sconcertante e nuova. Chi lo definiva una cronaca fin troppo realistica, e chi una fiaba; chi un divertimento, e chi una tragedia; chi un esercizio di razionalismo raffinato, e chi, all’opposto, un autentico prodotto dell’irrazionale e delle passioni piú selvagge. Alcuni ricercavano le sue origini nell’Ottocento inglese, altri nella Francia illuministica, altri nella Sicilia veristica e feudale, altri infine nei territori esistenziali dell’angoscia… Né potevano mancare i conformisti letterari che, per vendicarsi della sua qualità insolita, hanno cercato di escluderlo, come un fuori- legge, dalla buona società. Ma la sua viva presenza doveva necessariamente riaffermarsi, riproponendosi a una lettura piú attenta e libera. In questi ultimi tempi, dopo che L’isola di Arturo aveva richiamato su Elsa Morante l’interesse degli italiani e degli stranieri, vi è stato fra i massimi critici europei viventi – chi ha fatto l’inattesa scoperta di Menzogna e sortilegio, giudicandolo una delle opere maggiori e piú vive prodotte dalla narrativa degli ultimi venti anni in Europa. Moderno fino alle anticipazioni piú audaci (dentro la sua struttura classica e nella sua naturale assimilazione di tutte le esperienze sostanziali: dal romanticismo, all’ultima scienza psicologica, alla cognizione nuova della realtà e del tempo) esso si serve, per il suo dramma reale, di un linguaggio inventato e fantastico. In cui però il pretesto dell’allusione e del gioco non è altro, in verità, che una specie di pudore per difendere l’intimità troppo scoperta di una straordinaria confessione attuale. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.