Spaventapasseri. Lo Straccione Divino. Dario Lanzardo. Mondadori, 1997.

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Descrizione

Editoriale Giorgio Mondadori (Catalogo della mostra al Parco Regionale della Mandria, Venaria Reale (To), 11 ottobre – 20 novembre 1997.); 1997; 9788837415792 ; Rilegato con titoli al dorso, sovracoperta; 29 x 24 cm; pp. 208; A cura di Dario Lanzardo. Volume riccamente illustrato a col. e b./n. Numerose fotografie. ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi della sovracoperta (imperfezioni ai bordi, manca triangolino prezzo), interno senza scritte; Buono, (come da foto). ; Fra le numerose forme antropomorfe con cui l’uomo si è autorappresentato, lo spaventapasseri è quella meno nobile. Infatti non ha una sua storia come la statua, il burattino, la bambola, l’armatura o il graffito. Non ha una identità culturale che lo collochi nell’evoluzione dello stile, non è riconoscibile per l’autore né per il luogo dove è stato fatto. In questo senso è un paradosso: pur essendo ciascuno diverso da tutti gli altri, viene riconosciuto solo per essere uno spaventapasseri e basta. Eppure è presente tutt’ora nei campi anche in rinnovate vesti e nella nostra cultura più di quanto normalmente si creda. Con i risultati della sua ricerca fotografica, condotta dal ’94 al ’97, l’autore ci restituisce la campagna italiana come una sorta di palcoscenico sul quale sfilano i pupazzi che una minoranza di contadini continua a costruire, con fantasia e creatività, per difendere semine e raccolti dagli uccelli. Si tratta di una preziosa tradizione da conoscere e conservare perché è il simbolo della permanenza di un radicamento alla terra e rimanda a un tempo in cui il rapporto uomo-natura era più equilibrato. Non è importante chiedersi se gli spaventapasseri funzionino veramente, quanto osservare che si continua a costruirli, e che l’immagine “terribile” dello spaventapasseri è più il risultato dell’idea di spavento che ha il contadino che non il frutto della sua esperienza contro gli uccelli. Nel testo l’autore sottolinea come questa tradizione sia molto antica e si sia diffusa in rapporto ai riti esorcistici e propiziatori per la fertilità della terra. Inoltre l’uso della figura dello spaventapasseri, sia nel linguaggio parlato che nelle diverse forme di rappresentazione come pittura, letteratura, cinema e nella stessa pubblicità, ci fa capire come essa sia ancora ben presente nel nostro immaginario. Una ricerca a tutto campo che non ha voluto togliere lo spaventapasseri dal mistero delle sue origini, quanto radicarvelo definitivamente ma con consapevolezza.; ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.