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Le origini della Francia contemporanea. L’antico regime-La Rivoluzione Cofanetto 3 tomi indivisibili. Hippolyte Taine. Adelphi, 1989.

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Descrizione

Adelphi (Classici 51); 1986/1989; 9788845907302 ; Tre volumi rilegati con titoli al piatto e dorso, sovracoperta e cofanetto; 21,5 x 13 cm; pp. 3164; A cura di P. Bertolucci. Traduzione di Bertolucci P., Messori Z. Prima edizione. ; Minimi segni d’uso al cofanetto, volumi in ottimo stato; Molto buono (come da foto). ; un’opera straordinaria, lucida come una diagnosi clinica, travolgente come una requisitoria e, fatalmente, controversa sul piano storiografico … Da un lato c’è il mondo aristocratico dei privilegi, dall’altro quello plebeo del lavoro; all’interno di ciascuno di essi una gamma grandissima di sfumature dov’è…Nell’anno del bicentenario siamo stati tutti sommersi dalla chiacchiera sulla Rivoluzione. Si è parlato di revisionismo, di critica della vecchia interpretazione pro-giacobina dei fatti rivoluzionari. Ma generalmente non si è dato rilievo al fatto che gli storici, negli ultimi decenni, hanno passato sotto silenzio l’opera che rimane fino a oggi il quadro più preciso e più affascinante, nonché la diagnosi più lungimirante della Rivoluzione: Le origini della Francia contemporanea di Hippolyte Taine. Come Michelet, Taine è grande scrittore oltre che grande storico. Ma, rispetto a Michelet, non partecipa in alcun modo all’enfasi progressista, alla visione di un futuro tinto di rosa. Lo sguardo di Taine è sobrio e disincantato, come quello di Flaubert. E, come per Flaubert, ciò che lo domina è la passione per la forma e per la precisione. Così oggi queste pagine rimangono insuperate, non solo per l’acutezza del giudizio, ma per la forma dell’esposizione, assimilabile a quelle narrazioni totali che l’Ottocento ha scoperto e ci ha offerto. Questo pathos visionario ci accompagna nei ritratti e nelle analisi dei protagonisti della Rivoluzione, da Marat a Robespierre, e ugualmente nelle vicissitudini di oscuri personaggi che balzano fuori da innumerevoli carte degli archivi. Quando Taine scriveva, si era già cristallizzata una versione canonica della Rivoluzione Francese, ad usum del borghese devoto ai Lumi, che in vasta parte camuffava fatti e concetti. Fu un sentimento di furia contro questa contraffazione ad attizzare in Taine la «passione della verità». I risultati della sua indagine, e in particolare l’implacabile analisi dello spirito giacobino, apparvero subito urtanti. Taine ne era perfettamente cosciente – e in una lettera al suo vecchio maestro Ernest Havet fece il gesto di chiedere perdono per quelle «asprezze» che poi erano il suo dono più prezioso: «Perdonatemi le mie asprezze. Sapete che ho scritto secondo coscienza, dopo l’indagine più estesa e più minuziosa di cui sia stato capace. Prima di scrivere inclinavo a pensare come la maggioranza dei francesi; solo che la mia opinione era un’impressione più o meno vaga e non una fede. È stato lo studio dei documenti a rendermi iconoclasta». ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.