Descrizione
Einaudi ; 1969; Noisbn; Rilegato con titoli al dorso, sovracoperta; 22,5 x 14,5 cm; pp. 152; Nota finale di Maria Corti. Prima edizione. ; Presenta segni d’uso ai bordi della sovracoperta, legatura salda, interno senza scritte, lievemente brunito; Accettabile, (come da foto). ; La data di composizione di La paga del sabato è quella dei primi libri di Fenoglio, I ventitre giorni della città di Alba e La malora. E di quelle prove convincenti questo compatto romanzo ha il piglio svelto e concreto, quel modo di raccontare per scorci vigorosi, capace di consegnare in poche battute personaggi memorabili. Non si tratta dunque di un’opera minore destinata alla curiosità di pochi appassionati, ma di un lavoro compiuto che non deluderà lo stuolo crescente di lettori che Fenoglio si è conquistato in questi anni. La paga del sabato ci riporta all’immediato dopoguerra. Il suo giovane protagonista, Ettore, è il tipico disadattato, uscito scontroso e insofferente dalla guerra partigiana, incapace di rassegnarsi alla modesta routine del lavoro subordinato, di cui lo respingono la monotonia e lo squallore. Una soluzione, naturalmente, esiste, e coinvolge Ettore in affari poco puliti e molto redditizi, in cui avrà modo di mettere a frutto la sua grinta di «duro», di piccolo Humphrey Bogart di paese. Ma quando, costretto a mettere su famiglia, decide di «ritirarsi » e di mettersi in proprio con un lavoro onesto, un beffardo incidente volge l’epilogo in tragedia. Ambienti e personaggi, vigorosamente sbozzati, si apparentano alla colorita e partecipe «cronaca » della Langa che da allora Fenoglio andrà componendo: cosí la madre di Ettore, legata alla «roba» da un affanno ancestrale, e al figlio da un tormentato rapporto di amore-odio; Vanda, una splendida figura di ragazza; Bianco, il capo della banda; e Palmo, il gregario «cretino» che deciderà la vicenda.; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.