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Adiós a mamá. Dall’Avana a New York. Reinaldo Arenas. Socrates, 2006.

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Descrizione

Socrates (Paesi, parole 12.); 2006; 9788872020265 ; Copertina flessibile con risvolti ; 20,5 x 13,5 cm; pp. 119; Prefazione di Mario Vargas Llosa Traduzione di Claudia Teson .; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni), interno senza scritte; Molto buono, (come da foto). ; Sappiamo poco in Italia di Reinaldo Arenas. Questi otto racconti postumi mostrano un uomo umiliato, vittima di quel dolore dolce che è la nostalgia così come del “disamore”. Forte solo grazie all’odio. Omosessuale e dunque “anti-sociale” nella sua Cuba-inferno. Ma anche a New York o a Miami è duro vivere, “sempre fottuto”, in fuga perenne, fino al suicidio in esilio per sfuggire all’Aids. Un perdente assoluto, eppure capace di vincere, perché imprigiona chi legge in una scrittura che oscilla sempre fra profanazione e tenerezza. Arenas è un “traditore” e un tradito: come nella sua profezia del 1974 sul crollo del regime di Fidel Castro. O come quando trascura i personaggi delle sue storie finché non gli si ribellano. Ai limiti dell’orrore esistenziale tradisce mosche, “bellissimi” topi, “nobili” scarafaggi, “il meraviglioso odore dei corpi imputriditi” e si aggrappa a un film con Ingrid Bergman per sottrarsi al ricatto delle sorelle e all’abbraccio della madre morta. Tradisce persino La casa di Bernarda Alba di Federico García Lorca, dandogli un irriverente seguito cubano mentre arriva la Cometa di Halley. È traditore dei segreti, dei suicidi e dei pensieri che da anni accompagnano un uomo senza nome. Arenas tradisce i Vangeli (autorizzati e non) nello svelarci un Cristo imprevedibile, che però si ribella denunciando al pubblico “quell’idiota del narratore”. Elogio di ogni tradimento, dunque: per chi leva lodi al culo e al vomito del mostro, ma anche per chi ci libera dai mostri… Qualunque cosa pensiate di Cuba, ricordate che è fra le prime dieci nazioni al mondo per tasso di detenzione e che per anni è stato sufficiente essere omosessuali per finire in galera. Ora ce lo urla Arenas, un Pier Paolo Pasolini (o un Cyril Collard) dei Tropici i cui racconti finalmente vengono tradotti in italiano. ; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.