Descrizione
Arti Grafiche Amilcare Pizzi (Collezione d’arte A. Menarini); 2001; Noisbn ; Rilegato in tela con titoli in oro al dorso, sovracoperta ; 33,5 x 25 cm; pp. 271; Con uno scritto di Marcello Ciccuto. Fortuna critica a cura di Francesca Pellegrino e Federico Poletti. Volume riccamente illustrato a col. (anche a piena pagina) ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni), interno senza scritte; Molto buono, (come da foto). ; Da tempo ormai si sentiva la necessità di una monografia dedicata alla multiforme attività del fratelli Pollaiolo, una delle botteghe più versatili feconde assieme alla rivale guida sa da Verrocchio, nella Firenze della seconda meta del Quattrocento. Dopo le storiche monografie di Crutuell, Sabatini e Ortolani, fino alle più recenti di Busignani, Ettlinger e Pons, mancava una trattazione completa e aggiornata volta a ricostruire le diverse personalita artistiche di Antonio e Piero, da sempre confuse nelle fonti. Discernere le mani dei due fratelli, stabilendo il grado di partecipazione nelle opere di collaborazione, e tuttora um compito molto arduo e il dibattito critico resta sostanzialmente aperto. Non sono tuttavia mancati in questi ultimi anni numerosi contributi che hanno chiarito singole questioni permettendo una re visione storico-critica. A ciò si aggiungano i nuovi dati emergenti dal restauri di alcune opere, che consentiranno di chiarire meglio la statura artistica di Piero Pollaiolo, il fratello minore che ha avuto un’alterna fortuna critica. Piero è stato a lungo sottovalutato dalla letteratura, che lo ha sempre relegato all’ombra del più geniale e più versatile fratello Antonio. Una netta revisione di tale giudizio si è avuta nella monografia di Ettlinger del 1978, l’ultima che ha considerato tutta la produzione della bottega e ha tentato, seppur entro certi limiti, di ricostruirne il catalogo.Ripercorrere l’attività della bottega Pollaiolo non è un compito facile per lo studioso che deve muoversi all’interno di più generi artistici, dalla pittura alla scultura, dal disegno all’oreficeria passando per il vasto settore delle arti applicate: tutti campi in cui si cimentarono fratelli Pollaiolo, impegnati a soddisfare le più svariate commissioni artistiche. Proprio questa caratteristica ci porta all’impostazione del volume. Questo ruota intorno al concetto della sostanziale unità dell’operare, che considerava su un plano di uguale parità e dignità tutte le manifestazioni artistiche. Tale concetto è ampiamente spiegato nel primo capitolo e serve da passe-partout per i seguenti (che peraltro possono essere letti in modo autonomo): ciò che si vuole proporre è una chiave di lettura per accedere alla “bottega Pollaiola”. Per comodità espositiva ho privilegiato una divisione della materia che in alcuni casi segue l’principall gr neri artistici (Pittura, Oreficeria, Disegno, Tessuti) a cui si dedicarono i fratelli; altrove isolando temi portanti (come la formazione degli artisti e l’unità delle arti nel primo capitolo) o periodi della loro attività nettamente circoscrivibili (l’ultimo momento che vede Antonio e Piero a Roma per le commissioni papali). Devo sottolineare tuttavia come questa suddivisione non impedisca di seguire lo sviluppo cronologico delle personalità del Pollaiolo in quanto ogni capitolo, oltre a seguire una propria cronologia interna, porta riferimenti a ciò che contestualmente i fratelli andavano realizzando nel diversi media artistici. Vengono di volta in volta messi in luce i confronti e i riferimenti tra le diverse e cruciali opere nelle loro reciproche interferenze, senza perdere mai di vista una visione d’insieme. Grazie anche alla ricchezza del materiale fotografico (qui davvero notevole) mi sembra emerga con tutta efficacia la dinamicità di questa bottega che sperimentò le più svariate tecniche: un vero e proprio centro propulsore di nuove idee che esercito un indubbio fascino suggestionando generazioni di artisti. ; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.