Descrizione
De Donato (Rapporti); 1969; Noisbn ; Rilegato con titoli al dorso, sovracoperta; 21,5 x 14 cm; pp. LXI-368; A cura di Lorenzo Gabetti. Volume riccamente illustrato in b/n con tavv. fuori testo. ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (piccole imperfezioni, manca triangolino prezzo), interno senza scritte, volume lievemente brunito; Buono (come da foto). ; Ardinghello apparve per la prima volta in tedesco nel 1787. L’opera è strettamente legata all’ambiente letterario, politico, sociale della sua epoca, anche se per alcune caratteristiche si differenzia dalla produzione normale allora imperante in Germania. Heinse scrisse il romanzo fra il 1784 e il 1786, dopo un lungo soggiorno in Italia (1780-1783); il protagonista compie lo stesso itinerario dell’autore. Le vicende narrate per bocca di un giovane veneziano, Benedetto, si svolgono sul finire del Cinquecento. Ardinghelllo incontra Benedetto e i due diventano subito amici, scoprendo di avere interessi affini. Ardinghello, oltre che pittore, è teorico d’arte, musico, poeta, uomo d’arme. In realtà egli si chiama Prospero Frescobaldi e sotto falso nome si nasconde a Venezia, per sfuggire ai sicari di Cosimo I, che già gli uccisero il padre. Il caso gli fa incontrare, in una villa del Garda, appartenente alla madre di Benedetto, il mandante dell’assassinio: vendica morte con morte e si rifugia a Genova. Da questo punto le avventure di Ardinghello, seduttore insaziabile, che trova, alla fine, nella romana Fiordimona, la donna capace di tenergli testa, sono raccontate in lettere indirizzate all’amico veneziano: è tutto un susseguirsi di peripezie, di incontri amorosi, di colpi di scena, di fughe, di scontri navali coi pirati. Ma un fatto di sangue, in cui Ardinghello si trova coinvolto, lo costringe a fuggire dall’Italia e rifugiarsi a Chio. Qui il comandante dei pirati Ulazal, memore delle gesta coraggiose di Ardinghello, gli fa assegnare dal sultano le isole di Paro e Nasso. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.