Classi lavoratrici e classi pericolose. Parigi nella rivoluzione industriale. Chevalier Louis. Laterza, 1976.

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Descrizione

Laterza (Collezione storica. ); 1976; Noisbn ; Rilegato con titoli al dorso, sovracoperta ; 21,5 x 14 cm; pp. 595; Traduzione di Silvia Brilli Cattarini. ; Presenta segni del tempo ai bordi della sovracoperta con mancanze e lacerazioni, piccola firma a biro alla prima pagina, interno senza scritte, volume brunito; Accettabile, (come da foto). ; In meno di venti anni, dal 1830 al 1848, la popolazione di Parigi si accresce enormemente, ma non riesce ad adattarsi alla città nuova e monumentale, né ad inserirsi nella sua vita economica e amministrativa. Il delitto diviene uno dei caratteri fondamentali di questa Parigi. Dai documenti dell’amministrazione civica, dai rapporti giornalieri della gendarmeria e della polizia, dalle cronache dei giornali e soprattutto dai romanzi popolari, viene fuori il ritratto di una città criminale, violenta e malata. In essa il delitto ha perso le caratteristiche pittoresche ed eccezionali di un tempo ed è diventato quotidiano, anonimo, impersonale. Attraverso un quadro completo della Parigi della prima metà del XIX secolo, descrivendo tra l’altro il brulichio di vita e di mestieri della città, nonché il deterioramento sociale e la moralità popolare, Chevalier ricostruisce le premesse e le vie che portavano le classi popolari a trasformarsi in classi criminali. La sua interpretazione, che si confronta con molte delle immagini della Parigi di quegli anni trasmesse da Balzac e Zola, Hugo e Sue, poggia sull’importanza centrale attribuita ai fatti biologici nel processo storico: la fame e l’epidemia, la natalità, la mortalità, l’età, il sesso, la salute, l’alimentazione, la fatica, il sonno, il lavoro. Molto raramente l’evoluzione storica di una società è ricostruita tenendo conto del reale costo umano pagato dai protagonisti anonimi. Chevalier ci è riuscito ; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.