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Come si fa il presidente. Theodore H. White. Bompiani, 1962.

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Descrizione

Bompiani ; 1962; Noisbn ; Rilegato con sovracoperta ; 22 x 14 cm; pp. 587; Prefaz. F. Colombo. Traduzione di F. Saba Sardi. Prima edizione. ; Presenta leggeri segni d’uso e del tempo alla sovracopertina, interno buono, volume brunito; Buono (come da foto). ; E’ stato detto di questo libro che si legge come un romanzo e che non si riesce a posarlo prima di essere arrivati all’ultima pagina; ma tre università americane lo hanno ora assunto come libro di testo per i corsi di dottrine politiche. E’ stato detto che è un libro brillante, affascinante, thrilling, addirittura, ed è stato proposto come premio Pulitzer per il giornalismo; eppure è il racconto minuzioso, documentato, incredibilmente ricco di notizie e informazioni minute, di tutti i retroscena dell’ultima campagna presidenziale americana; in altri termlni è il racconto dei colloqui segreti, delle riunioni private, dei piani di azione, delle polemiche interne, dell’organizzazione tecnica, dei sottofondi politici, delle motivazioni psicologiche, sociologiche, economiche di quel vertiginoso incontro delle masse e delle élites che l’America celebra per parecchi mesi in occasione delle elezioni del suo presidente. Un libro, dunque, che avrebbe tutte le giustificazioni per essere noioso ed è invece montato come un film giallo; che ha tutte le ragioni per essere giornalistico nel senso piú superficiale e peggiorativo del termine, e invece costituisce un modello non solo di cronaca ma anche di storia: i massimi studiosi americani, i giornali piú autorevoli, gli uomini politici piú in vista hanno espresso parole di ammirazione per questo capolavoro del giornalismo moderno. Theodore White ha seguito giorno per giorno la preparazione e l’attuazione delle campagne presidenziali di Kennedy e di Nixon; ha descritto tutto, anche quello che di solito si tace per riservatezza, per paura o per ottusità: è partito dal presupposto che la vita politica americana è una immensa macchina industriale nel giro vorticoso della quale una élite di uomini dalle idee chiare lottano per il potere ed elaborano tutti i mezzi psicologici a loro disposizione per conquistarsi il consenso delle masse, le quali spesso agiscono per motivazioni irrazionali, si manifestano attraverso isterie collettive che il politico deve regolare, pianificare, dirigere. Ed è partito dal presupposto che, malgrado i fenomeni impressionanti a cui la vita di una democrazia di massa può dar luogo, essa possiede un fondo di salute, di vitalità, di positività tale da giustificare tutto e tutti, da pretendere l’assoluta e spregiudicata sincerità del cronista, il quale non deve tacere niente. Così White ha tracciato un affresco colossale, brulicante di figure, battuto da ombre e da luci altamente drammatiche, da cui non emerge soltanto l’immagine di un fenomeno ormai accaduto, ma il volto profondo della democrazia americana e il suo stesso futuro: da questo quadro il lettore è in grado di trarre le conclusioni che crederà piú opportune, dalle piú ottimistiche alle piú pessimistiche. La forza del libro consiste appunto nella ricchezza di elementi che esso propone, e nella spietata e ammirevole franchezza con cui ci offre brani di storia contemporanea da meditare e da giudicare.; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.