Descrizione
Garzanti (Memorie e documenti); 1946; Noisbn ; Copertina flessibile ; 21 x 14 cm; pp. 307; Prima edizione. ; Presenta severi segni d’uso e del tempo (piccole mancanze, lacerazioni sbucciature), firma al piatto e alla prima pagina a matita rossa, interno senza scritte, volume brunito, macchia (carboncino?) al bordo di due pagine che non compromette la leggibilità; Accettabile (come da foto). ; Dalla presentazione: Nel maggio 1940 mi trovavo in licenza a Roma ero reduce dall’A. O. I. dove avevo comandato le truppe del Governo Amara e ne ero stato repentinamente allontanato per… incompatibilità di carattere con Teruzzi, Ministro dell’epoca quando venivo chiamato a far parte del costituendo Comando Supremo. Ventura o sventura? Avevo trascorso tutta la mia carriera in provincia o nelle colonie e Roma e il clima, che sapevo corrotto, della Capitale mi preoccupavano non poco. Intuivo che si andava incontro alla guerra una guerra non sentita e non sapevo esattamente con quale preparazione e con quali visioni. Ventura o sventura? Ecco il dilemma che mi si presentava e al quale non potevo o non volevo rispondere. Sapevo solo che non potevo sottrarmi e, pensando che avrei vissuto un periodo avventuroso e interessante, decisi di scrivere un diario. Non pretendevo di farne un documento storico, né tanto meno letterario, ma in esso registrare i fatti che avvenivano intorno a me ed esprimere apprezzamenti, giudizi e pensieri che i fatti mi avrebbero suggerito, senza preconcetti, con assoluta obiettività. Il Diario che ne è uscito non ha quella rigorosa continuità che un tale documento richiederebbe; non sempre i fatti sono raccontati con uno sviluppo proporzionato alla loro rispettiva importanza; alla fretta della registrazione – fatta spesso nei brevi ritagli di tempo – sono state talvolta sacrificate forma e chiarezza. Il Diario dei primi nove mesi di guerra passati al Comando Supremo, non è quindi un documento né storico, né letterario, ma un documento personale, originale e genuino. Rileggendolo dopo tanto tempo e tanti avvenimenti, ho pensato potesse giovare la sua conoscenza e così dopo non poche incertezze mi sono deciso a pubblicarlo. Gli ho conservato rigorosamente le sue caratteristiche, e tutte le sue imperfezioni e difetti, in cambio dei quali possiede un inestimabile pregio: essere stato scritto mentre i fatti si svolgevano, non essere quindi influenzato dal facile senno di poi, di cui oggi forse troppo si abusa. Ho la speranza che possa portare anche un modesto contributo alla storia e alla chiarificazione. Gen. Q. ARMELLINI. Roma, Luglio 1945. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.