Descrizione
Morcelliana; 1992; 9788837214555 ; Copertina flessibile ; 21 x 15 cm; pp. 314; Prima edizione. ; leggeri segni d’uso alla copertina, interno ottimo, lievissime fioriture al taglio; Buono (come da foto). ; Dedicata al filosofo titolare, in Italia, della prima cattedra di Filosofia della religione, questa biografia è la ricostruzione dell’itinerario teoretico di Alberto Caracciolo (1918-1990). Lungi dal cadere nell’agiografia, Moretto riesce a fare del ritratto di Caracciolo uno straordinario modello di Bios theoretikos, che ha il suo cominciamento nella tragica esperienza del martire della Resistenza, Teresio Olivelli. Se l’incontro di Caracciolo con Olivelli fu la radice della sua inquieta e diuturna riflessione sul malum mundi, Moretto mostra altresì come l’intero arco speculativo di Caracciolo si sia formato mediante il confronto critico con i suoi quattro autori: Croce, Kant, Jaspers, Heidegger. Dal ripensamento della res di questi autori e attraverso la riscoperta della tradizione della Liberalität religiosa di Schleiermacher e di Troeltsch, Caracciolo è giunto a fare della religione il problema della sua filosofia. Una religione pensata come apriori della coscienza, invocazione e imperativo dell’eterno che giustifichi il singolo di fronte allo scandalo del malum mundi. Ne è scaturita una filosofia insieme giobbica e leopardiana: il suo luogo è nella inesausta interrogazione sul senso possibile dell’esistenza. Ma questo libro non è solo la biografia di un filosofo scritta dall’allievo. In pagine in cui la rilettura dei testi è illuminata dall’uso dell’epistolario del suo Maestro con Croce, Gadamer e tanti altri, Moretto offre un quadro inedito della filosofia del ‘900, confermando così il giudizio che Pietro Piovani diede di Caracciolo: “il solo pensatore italiano che possa essere definito, anche in senso stretto, filosofo della religione, nella moderna accezione europea del termine.” ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.
