Non più disponibile

Gli uomini con il triangolo rosa. La storia di un omosessuale in un campo di concentramento. Heinz Heger. Sonda, 1991.

Descrizione

Sonda (Con il Patrocinio di ANED di Bologna); 1991; 8871060512 ; Copertina flessibile con risvolti; 19,5 x 12 cm; pp. 184; Traduzione di Gabriele Lenzi. Prima edizione italiana. ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni), interno senza scritte; Buono, (come da foto). ; Le argomentazioni utilizzate dall’autore quasi a mo’ di captatio benevolentiae per giustificare la trattazione di un argomento così scottante, risentono evidentemente del clima sociale e politico dell’epoca in cui è stato scritto questo romanzo. Siamo agli inizi degli anni Settanta quando ancora non era sorto in Germania un movimento organizzato degli/delle omosessuali. Il tema dell’omosessualità era ancora tabù e l’approccio più frequente al problema oscillava tra un richiamo alla scienza (Kinsey) per legittimarlo e appelli morali al senso di umanità dell’opinione pubblica. Il famigerato paragrafo 175 del codice penale era stato solo parzialmente abrogato nel 1969: venivano così depenalizzati i rapporti omosessuali tra persone adulte consenzienti, mantenendo però la punibilità delle relazioni con persone sotto i diciotto anni, mentre per gli eterosessuali il limite era fissato a sedici anni. Frutto della testimonianza diretta di omosessuali internati nei campi di concentramento, questo romanzo di Heger che è morto dieci anni fa, è una delle rare testimonianze di cosa gli omosessuali dovettero subire durante il regime nazista che tentò in tutti i modi di sterminarli, insieme agli ebrei e ad altre minoranze. Fu un colpo terribile per me, perche sapevo da altri detenuti che erano tornati in carcere da Vienna per un processo, che nei campi di concentramento i «finocchi» come me, come anche gli ebrei, venivano torturati e presumibilmente ben pochi di loro sarebbero ritornati. Gli ebrei, gli omosessuali e gli zingari, cioè i triangoli gialli, rosa e marrone, erano detenuti che più spesso e intensamente erano vittime dei supplizi e delle botte delle SS e dei kapò. L’ordine del governo nazista, di fare piazza pulita degli omosessuali, dei «degenerati», in tutto il territorio del Reich, di annientarli e di liquidarli fu eseguito docilmente e con gioia sadica dalle SS. Ma non volevano annientarci subito: prima di morire dovevamo subire crudeltà, razioni da fame e lavori massacranti, sevizie tormentose. Spesso accadeva che un detenuto impazzisse e che corresse disperato verso il reticolato per essere ucciso e quindi liberarsi dal tormento, dalla fame e dalla schiavitù di quel lavoro estenuante. E alla fin fine era proprio quello che le SS volevano. H. H. ; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.