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Homo in pelliccia. Anna Municchi. Zanfi Editore, 1988.

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Descrizione

Zanfi Editore (Il novecento. Storie di moda. 41); 1988; nosbn ; Rilegato con titoli al piatto, sovracoperta ; 29 x 22 cm; pp. 143; Volume riccamente illustrato a col. e b./n. ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (senza lacerazioni, manca triangolino prezzo), interno senza scritte; Buono, (come da foto). ; La storia ci ha confermato che il primo indumento usato dall’uomo al di là della proverbiale foglia di fico è stata la pelliccia che fin da allora fungeva da “abito di società”. Le vicende della pellicceria seguono dunque le evoluzioni delle società umane quasi sempre in modo enfatico e spesso sopra le righe. Dagli inventari dell’Alto Medioevo veniamo a sapere come gli uomini che avessero avuto anche una piccola dignità da difendere non uscivano di casa senza almeno una bordura o un collo a mantellina di pelliccia seppur di minime dimensioni. Le leggi suntuarie si sono accanite fin dagli albori per scongiurarne una diffusione scriteriata che ne avrebbe inflazionato l’uso a danno del privilegio. Il privilegio infatti era naturalmente assicurato ai potenti, ai ricchi e qualche volta ai corpi specializzati degli eserciti che dovevano anche in fatto di immagine far risaltare il decoro di chi li comandava. La pelliccia maschile del Novecento segue di tappa in tappa, con qualche pausa letargica una curva ascensionale che proromperà in tutta la sua opulenza ammiccante e, perchè no?, scanzonata, dopo la metà del secolo. E’ in questa scadenza temporale che improvvisamente tutti gli addetti ai lavori di moda si cimentano in impellicciate peripezie creative. E si tratta di vere impennate, straordinarie e divertenti. Poi fu di nuovo innestata la sordina. C’è un futuro per la pellicceria maschile? Chi vivrà vedrà. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.