Descrizione
Sellerio (La memoria 152.); 1991; nosbn ; Copertina flessibile con risvolti ; 16,5 x 12 cm; pp. 192; A cura di Daria Galateria. Traduzione di Ettore Janni. Seconda edizione; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni), interno senza scritte, piccole imperfezioni; Buono, (come da foto). ; I ricordi di Maria Mancini furono editi nel 1678, col titolo Apologie, ou les véritables mémoires de madame la Connétable de Colonna Maria Mancini, écrits par Elle-même. Vennero scritti in seguito a delle memorie apocrife pubblicate qualche anno prima, contenenti insinuanti accenni a «galanterie». Maria le smentisce, ma l’insistenza – «apologie», «véritable» – può chiamare altre cause: che siano una risposta anche ad altri mémoires, quelli pubblicati nel 1675 dalla sorella Ortensia duchessa di Mazzarino, in cui la Connestabile compare figura di secondo piano, scialba quasi; e forse non fortuitamente. Ortensia e Maria erano nipoti del potente Cardinale Mazzarino, ed entrambe vissero alla Corte del Re Sole. Ma Maria – di piccola nobiltà; non bella: «brutta, bassa, grassa, con un’aria da bettoliera, ma il brio e l’intelligenza di un angelo», ne dice un contemporaneo – divenne l’amore del Gran Re, il primo e forse l’unico vero. «Non della più bella Mancini (Ortensia), ma di lei» s’innamorò Luigi XIV – scrisse un’altro contemporaneo – e fu il primo dispiacere che la nipote diede al Cardinale, che voleva il sovrano in quel frangente libero di cuore. L’animo selvaggio e nobile, la natura libera di Maria diedero poi molti altri dispiaceri, e le avventurose vicende, le fughe, i motti celebri, gli intrighi, che ne furono origine corrono questo libro; che invece tratta quel grande amore con elegantissima discrezione. E questa discrezione torna splendida nelle ultime disposizioni di Maria. Chiede di essere seppellita nel posto qualunque dove sarebbe morta (in nessun luogo se non a Versailles); e cita «un filo di perle, di grande valore»: è il dono, fastoso e clamoroso, che le fece Luigi all’atto del forzato congedo. Per lei rimase il simbolo di una vita diversa, per la storia, forse, di una diversa direzione: «Il cielo – fu detto di lei – le ha conferito tanto spirito da poter regnare sui cuori dei più potenti spiriti d’Europa; e quel che voglio dire è fintroppo noto senza che dia ulteriori spiegazioni». ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.