Descrizione
E/O (Collana praghese); 1983; 8876410104; Copertina flessibile con risvolti; 21 x 14 cm; pp. 182; Cura e traduz. S. Corduas, D. Amici ; leggeri segni d’uso alla copertina, interno ottimo; Buono (come da foto). ; Il principe Sternenhoch, rampollo di una grande famiglia prussiana, rinchiude sua moglie, la perfida Daemona, nella torre della morte dopo averle inflitto atroci supplizi. Ma proprio quando crede di essersene liberato, lei gli riappare nelle forme e nelle situazioni più impensabili. Il principe vive così, angosciato e terrorizzato dal fantasma della donna, o forse dalla donna stessa miracolosamente sfuggita alla morte. Queste apparizioni della consorte, l’incertezza se ella sia o non sia realmente morta, gradualmente conducono il principe alla pazzia. E di un romanzo sulla follia si potrebbe parlare a proposito di questo gioiello sconosciuto della letteratura nera. Dobbiamo piangere o dobbiamo ridere, leggendo queste pagine in cui si alternano l’orrore e il grottesco, la magia e l’erotismo, il macabro e il metafisico? Si rimane sconcertati, come accade realmente quando ci si trova di fronte a un folle: ridere o piangere, provare paura o ammirazione? Il fascino del romanzo e di tutta l’opera di Klima è proprio in questa indeterminatezza. L’autore stesso, come filosofo, si definiva « omnista », « contraddizionista », «ludibrionista », « assurdista ». Ogni cosa è dubbia, relativa, incerta: non si sa mai dove inizia la realtà e dove finisce l’allucinazione. E questa è la condizione del protagonista di questo sconcertante romanzo, il povero Sternenhoch, schiacciato tra le proprie allucinazioni, una realtà grottesca, e le « farneticazioni » di Daemona, alla ricerca dell’assoluto. Ha scrit to Klima che « la ricerca dell’assoluto conduce ovunque al ridicolo; ma il reale-relativo non è meno ridicolo dal punto di vista divino ».; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.