Il castello della lettera cifrata. Romanzo. Javier Tomeo. Bollati Boringhieri, 1991.

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Descrizione

Bollati Boringhieri (Varianti); 1991; 9788833905983 ; Copertina flessibile con risvolti; 22 x 14 cm; pp. 94; Traduzione di T. Del Rio. Prima edizione. ; leggeri segni d’uso alla copertina, interno ottimo; Molto buono (come da foto). ; Il signor Marchese si è dato da vent’anni alla vita contemplativa: chiuso nel suo castello, studia gli insetti; e non lo sottraggono alla solitudine gli incontri settimanali con la Baronessa Donna Brigida. Un mattino decide di mandare una lettera al suo vecchio amico, e rivale, il signor Conte Don Demetrio. Ma è una strana lettera quella che il fedele Battista dovrà consegnare seguendo scrupolosamente le istruzioni del suo signore, espresse con divagante pignoleria in un susseguirsi di trovate tenute insieme senza cadute dal gioco stilistico e da una invenzione sempre rinnovata. Un lungo monologo che dà vita a una sorta di grottesco di situazione, molto vicino a certo teatro dell’assurdo, anche se chi si aspetta qualcosa che dia un senso aneddotico a questa storia strampalatissima non resterà certo deluso. Potrà essere stata, in altri tempi, la seduzione delle due sorelle del Conte da parte del Marchese e una sua fuga con la Contessa, Donna Beatrice. Ma non è questo l’importante: l’importante è l’ambivalenza dei rapporti nel trascorrere del tempo, quel che resta o non resta una volta passata la giovinezza. E allora il gesto, o meglio l’idea del gesto della spedizione di una lettera illeggibile si rivela come una dichiarazione inarticolata di solitudine e d’infelicità espressa con grandiosa ironia: come scrivere una lettera se non si ha niente da dire? Sorge il sospetto che la cosa riguardi anche lo scrittore e il suo pubblico.; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.