Descrizione
E/O (Collana praghese); 1983; 8876410066; Copertina flessibile con risvolti; 21 x 14 cm; pp. 217; Traduz. Ferrara degli Uberti; leggeri segni d’uso alla copertina, interno ottimo; Buono (come da foto). ; «Si è coniato l’odioso aggettivo “kafkiano”. Ma il “kafkiano” è proprio ciò che Kafka aborriva e combatteva nel modo più violento. Kafkiano è ciò che Kafka non era ». Così Max Brod, in questo libro, ricorda l’amico, e documenta il giudizio con aneddoti, lettere, persino sogni. E vicino a Kafka c’erano Brod, Werfel, Baum, Weltsch, a formare quel « circolo di Praga » che, prima di essere un’irripetibile fabbrica di cultura, era un modo di vivere, nell’amicizia e nella verità. Forse le pagine più belle del libro sono dedicate proprio ai rapporti intensi, profondi all’interno del « circolo », e tra questo e altri grandi praghesi come Urzidil, Meyrink, Leppin, Weiss, Adler e altri. Ma il libro è anche un sorprendente ritratto di una capitale mondiale della cultura: Praga nel primo trentennio del nostro secolo. Praga abitata da una maggioranza di cechi e dalle minoranze tedesca ed ebrea. Ognuno di questi gruppi nazionali con i suoi teatri, i suoi caffè, i suoi giornali, i suoi poeti. Si litigava, si conviveva pacificamente, a volte avveniva un reale scambio. I tedeschi erano in continuo contatto con Vienna e Berlino. Gli ebrei, con il prender piede dell’idea sionista, sviluppavano la propria coscienza nazionale. Lo stesso Kafka si appassionava a queste discussioni.; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.