Il colore. Sergej M. Ejzenstejn. Marsilio, 1982.

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Descrizione

Marsilio (Saggi 108); 1982; Noisbn; Copertina flessibile ; 21 x 15,5 cm; pp. 213; A cura di P. Montani. Prima edizione. Illustrazioni a col. e b./n. fuori testo.; segni d’uso alla copertina, qualche sottolineatura a matita, volume lievemente brunito; Accettabile (come da foto). ; Un intenso e costante lavoro di ricerca sul colore occupa l’ultima fase (1945-48) dell’attività teorica e creativa di Ejzenštejn dopo l’esperienza decisiva dell’episodio a colori di Ivan il Terribile e fino alla lettera sul colore indirizzata a Kulešov e interrotta dalla morte, Ejzenštejn procede sistematicantente alla messa a punto di una concezione semantica del colore inteso come autonoma componente drammaturgica dell’orchestrazione polifonica del film, senza trascurare ricognizioni e verifiche in altri campi dell’arte (pittura e poesia in particolare). La riflessione sul colore si intreccia cosi ai risultati raggiunti, in sede di teoria estetica, nell’incompiuto La natura non indifferente (la cui ultima sezione, non scritta, doveva essere dedicata, appunto, al problema del colore), conservando, tuttavia, una marcata caratterizzazione operativa e progettuale. Di questo importante e poco noto settore della ricerca ejzenštejniana (rimasto a lungo inedito) i testi qui raccolti presentano una documentazione completa sia dal punto di vista della teoria generale, sia dal punto di vista dei procedimenti applicativi sia, infine, dal punto di vista delle mo tivazioni individuali che concorrono alla formazione di ciò che Efzenštejn definisce «il senso del colore». È una problematica di ordine strettamente semantico, infatti, a dare coerenza a tutto il lavoro; e nell’elaborarla Ejzenštejn arriva a riconsiderare l’intero orizzonte simbolico del film, lasciando emergere il disegno di una drammaturgia nella quale sembra trovar posto un aspetto che per molti anni egli aveva sottovalutato se non propriamente rimosso, quello dell’ambiguità della rappre sentazione. Il volume é completato da un’ampia indagine storico teorica dedicata a cinema stereoscopico (1947) di cui Ejzenštejn rintraccia anticipazioni precedenti analizzando le diverse configurazioni (soprattutto spaziali) che materializzano nel corso del tempo il duplice movimento di un dispositivo di comunicazione costitutivo dell’universo stesso della spettcolarità: da un lato la proiezione della zona spettacolare verso il pubblico, dall’altro l’assorbimento del pubblico nella zona spettacolare ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.

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Peso 1 kg