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Il formaggio e i vermi. Il cosmo di un mugnaio del ‘500. Carlo Ginzburg. Einaudi, 1977.

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Descrizione

Einaudi (Paperbacks 65); 1977; Noisbn ; Copertina flessibile ; 20,5 x 13 cm; pp. 196; ; leggeri segni d’uso e del tempo alla copertina, firma di proprietà alla prima pagina bianca, piccolo timbro editoriale all’ultima pagina bianca, interno buono, volume lievemente brunito; Accettabile (come da foto). ; «Chi costruí Tebe dalle sette porte?» Gli studiosi di storia hanno da tempo appreso – oltre che dai versi di Brecht, dall’insegnamento di un Bloch o di un Febvre, per limitarci a qualche nome – che la storia è storia degli uomini, non dei «grandi», e che quando è possibile arrivare fino alla realtà quotidiana, meglio si decifra il passato, fino a coglierne con senso di immediatezza i problemi, le connessioni con l’oggi, insomma la storia. In questo libro, Carlo Ginzburg ci dà l’analisi della visione del mondo di un mugnaio friulano mandato al rogo dall’Inquisizione alla fine del Cinquecento: non si tratta, però, di una dissertazione erudita, di un’arida ricerca dell’inedito o del sensazionale. Sulla traccia di preziose indicazioni di Bachtin, siamo posti drammaticamente davanti alla dicotomia fra cultura dotta e cultura popolare e in pari tempo alla testimonianza non meno sorprendente della circolarità fra queste due culture, fino a un loro reciproco influenzarsi. Senza dubbio, «l’irriducibilità a schemi noti di una parte dei discorsi di Menocchio – il mugnaio friulano – fa intravedere uno strato ancora non scandagliato di credenze popolari, di oscure mitologie contadine. Ma ciò che rende piú complicato il caso di Menocchio è il fatto che questi oscuri elementi popolari sono innestati in un complesso di idee estremamente chiaro e conseguente, che vanno dal radicalismo religioso a un naturalismo scientifico», di cui è simbolo indicativo il paragone che il mugnaio istituisce fra la terra abitata e il formaggio pieno di vermi. «lo ho detto che… tutto era un caos – spiega il mugnaio all’attonito giudice ecclesiastico – cioè terra, aere, acqua et foco insieme, et quel volume, andando cosí, fece una massa, aponto come si fa il formazo nel latte, et in quel deventorno vermi, et quelli furno li angeli…» È una cosmogonia popolare che apre la porta ad aspirazioni utopistiche di rinnovamento sociale, ad attese millenarie di giustizia. Attraverso la sua brillante, paziente ricerca, Ginzburg ci offre un fram mento perduto del passato, capace d’inserirsi «in una sottile, contorta, ma ben netta linea di sviluppo che arriva fino a noi». ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.