Descrizione
Rizzoli (L’ornitorinco); 1977; Noisbn ; Rilegato con sovracoperta; 22 x 14,5 cm; pp. 260; Prima edizione. Foto a colori f.t. ; leggeri segni d’uso alla copertina, interno ottimo; Buono (come da foto). ; Dunque: un ennesimo trattato di erboristeria? Dieci, forse ancora cinque anni fa per trovare un erbario figurato qui in Italia uno doveva andare a frugare sulle bancarelle o nel deposito del libri vecchi; oggi perfino le case editrici di fumetti pubblicano supplementi con giovinette seminude in copertina che si coprono il seno con mazzolini di erbe, ammiccando invitanti; e promettono precetti sul come guarire con le erbe. Nessuno tuttavia, in questo improvviso gran proliferare di manuali e testi di erboristeria ha mai notato che in Italia, anche se ormai di libri del genere ne vien dato alle stampe quasi uno al mese (che è tanto per un paese dove si legge così poco) gli erboristi sono purtroppo rimasti le quattro mosche bianche di prima. In altri paesi: in Germania, in Austria, in Francia la pratica dell’erboristeria non è mai venuta meno e non è mai stata del tutto soffocata dall’avvento della medicina positivista o sintetica; nello stesso nostro Alto Adige, di tradizione austriaca, la farmacia era (ed è) spesso anche la bottega dell’erborista. Ma qui no: da un giorno all’altro siamo stati eletti erboristi tutti quanti. Quando non sappiamo ancora bene distinguere l’una dall’altra le erbe sul campo. Quando conosciamo così male il nostro corpo e gli effetti delle droghe. Come se la lettura di un trattato di chirurgia autorizzasse chiunque ad impugnare il bisturi. Qui si tratta d’altro. Giampaolo Porlezza Taroni, l’autore di questo libro, uomo concreto e diffidente, non è persona da avventurarsi su terreni che gli sono poco familiari. E le erbe qui descritte l’autore le ha coltivate, una per una, prima nel suo orto- giardino, poi nel suo vivaio che, anche se molto piccolo, può esser considerato qui da noi uno dei pochissimi vivai modello. Del vivaista Porlezza ha innanzitutto la vocazione, divenuta da noi rarissima: delle piante che riproduce gli interessano prima di ogni altra cosa le qualità intrinseche: l’aroma, Il profumo, la resa nel suo giardino, forse estetica ancor prima che gastronomica, non certo le possibilità di smercio. Forse è l’unico vivaista nel nostro paese che ha cominciato a coltivare e riprodurre partendo dal, e in funzione del, proprio giardino. Il giardino di Porlezza comprende molte più piante di quelle qui elencate e descritte: che sono soltanto le erbe, gli aromi e che sono considerate non solo per le loro qualità terapeutiche, accennate di sfuggita e senza connesse promesse di ringiovanimenti miracolosi o di salute eterna, ma soprattutto per il valore che possono avere sulla nostra mensa: per il sapore che danno ai cibi, Alla descrizione botanica (ridotta in termini semplici, in un linguaggio piano che tutti possono intendere) di ogni singola pianta aromatica, del modo come coltivarla, alla ricca raccolta di illustrazioni fotografiche fornite dall’autore, è aggiunto un corpo abbastanza nutrito di ricette in cui via via l’erba illustrata fa da protagonista. Un libro quindi che ciò che promette dà: e non è poco. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.