Descrizione
Einaudi; 1962; Noisbn ; Rilegato con titoli al dorso, sovracoperta ; 22 x 14,5 cm; pp. 295; Seconda edizione (17 marzo 1962). ; Presenta segni d’uso ai bordi della sovracoperta ( imperfezioni), a pag 88 una riproduzione dell’acquaforte Campo di tenis (1923) di Giorgio Morandi. volume saldo, interno senza scritte, lievi bruniture; Accettabile, (come da foto). ; D’un angolo della società italiana – una ragazza dell’alta borghesia, tre giovani di varia condizione, una folla di personaggi minori, un ambiente, un’epoca – Bassani ci dà una rappresentazione cosí completa – dramma interiore e costume, cultura e linguaggio da render vivo il senso di quanto ha contato il lavoro dell’ultima narrativa italiana e quanto in essa abbia contato l’esempio di Bassani stesso – per uscire da ogni superstite aura d’astrazione novecentesca e rendere possibile anche per il nostro paese quella precisione d’autoritratto e d’autocoscienza che è stata ed è la forza delle grandi tradizioni letterarie moderne. Ma nello stesso tempo, in questo quadro cosí minuzioso e concreto, tutto si vela come nel fumo che resta in aria dopo un incendio: d’ogni persona e d’ogni moto dell’animo non resta che un vortice di congetture e dubbi; al termine della lettura ci rendiamo conto – ma già l’autore ce ne aveva avvertito nel suo prologo – che abbiamo compiuto una visita al regno delle ombre, che unica cosa sicura è il vento che porta a dissolversi ogni persona e ogni cosa. Eppure, anche quando piú l’elegia stinge la sua ombra su case e arredi e austere sinagoghe e giardini di piante rare e vecchi campi da tennis e camere da letto di ragazze estrose, questo primo romanzo-lungo di Bassani resta un romanzo di quelli che ancora sanno catturare il lettore in una partecipazione e immedesimazione totali: tutto intessuto com’è di rapporti complessi e mai risolti fino in fondo, come il nodo che lega il tormentato protagonista alla inafferrabile Micòl Finzi-Contini, e Micòl al milanese Malnate (l’unico tra questi volti di giovani che appaia proteso verso il futuro, e salvo, anche se il suo destino sarà tragico come quello degli amici), e il legame tra fratello e sorella, Alberto e Micòl, e quello oscuramente inquieto di Alberto per Malnate, e la difficile amicizia del protagonista sia con Malnate che con Alberto. Tutt’intorno il microcosmo della società israelita della Ferrara bassaniana, vista nella bonaria normalità piccolo-borghese emiliana e nelle peculiarità della sua tradizione e dei suoi riti e del suo gergo, dalla quale si distacca, con solitario disdegno aristocratico, la famiglia dei Finzi-Contini, doppiamente separata dal mondo in fondo all’antico giardino. L’assedio delle discriminazioni e delle persecuzioni che vediamo lentamente serrare la sua stretta e dare a ogni vicenda individuale un’impronta stravolta, parrebbe quasi colmare il divario tra questa famiglia e gli altri compagni di sventura, ma non fa in realtà che accrescerlo, come fosse da sempre che i Finzi-Contini attendevano questo tragico segno d’elezione e tutto il loro orgoglio altro non fosse che quello d’essere, nella fiammata che incenerisce un’epoca, la punta piú alta e piú aguzza. Le storie ferraresi e Gli occhiali d’oro vengono ora a comporsi con questo nuovo romanzo in una saga in cui personaggi e motivi s’intrecciano e richiamano. Mai come qui Bassani aveva puntato la lente sul suo mondo in modo da darci una visione cosí ricca di particolari inediti sulla vita d’una comunità italiana che avrà per molti lettori il fascino d’una scoperta, ma nello stesso tempo mai come qui la società israelitica di Ferrara è come sempre le società rappresentate da un poeta – il simbolo d’una contingenza storica generale, d’una condizione umana. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.