Descrizione
Mondadori (Saggi 31); 1972; Noisbn ; Rilegato con titoli in oro al dorso, sovracoperta; 20,5 x 14 cm; pp. 204; Terza edizione. ; Presenta segni del tempo e d’uso alla sovracoperta (manca triangolino prezzo, lacerazione e imperfezioni ai bordi), interno buono senza sottolineature, volume lievemente brunito; Accettabile (come da foto). ; Nel 1965 negli Stati Uniti 30 milioni di persone rimasero improvvisamente senza energia elettrica per oltre 14 ore: nella sola città di New York ne restarono bloccate 600.000 nelle ferrovie metropolitane. Quattro anni dopo il black-out si è ripetuto, e poi ancora dopo altri due anni. Nel 1969, sempre a New York, per un aumento inopinato della domanda di servizio, una centrale telefonica automatica si blocca e per parecchi giorni consecutivi è virtualmente impossibile ottenere una linea libera sulla rete interessata. 1970: il sistema ferroviario Penn Central, che serve fra l’altro le città di New York e Philadelphia, per un cumulo di circostanze occasionali, subisce una tale degradazione del proprio livello di servizio che 117 treni, su un totale di 413, non partono affatto e 290, sulle 296 corse effettuate, registrano ritardi notevoli. Le comunicazioni su strada sono supercongestionate, i decolli e gli atterraggi agli aeroporti assorbono una quantità di tempo sempre più imprevedibile. Il «sistema» scricchiola: questi fenomeni non sono infatti sporadici e indipendenti gli uni dagli altri, ma rappresentano le prime avvisaglie della degradazione di quella tecnologia che sola, invece, potrebbe tenere in vita le altissime concentrazioni di popolazione nelle metropoli e nelle megalopoli. Ma i successi della scienza e della tecnologia non bastano a far funzionare i grandi sistemi, che proliferano in modo disordinato, mal progettati e non integrati fra loro, e che crescono ormai oltre ogni limite avviandosi a raggiungere condizioni di instabilità nelle quali saranno ingovernabili. Questo libro – scritto da uno specialista di ingegneria dei sistemi – analizza altri sintomi, ancora non palesi, della degradazione sistemistica, spiega come si è arrivati a questa situazione e descrive come, perché e quando le grandi città cominceranno a morire trascinando nel regresso i paesi oggi più avanzati. Un nuovo medioevo è alle porte – non voluto premeditatamente da nessuno, ma ineluttabilmente preparato dalla nostra incompetenza e incapacità di programmazione. L’aspetto più tragico di questa anticipazione apocalittica è che ci avviamo a morire non di guerra, non di rivoluzione – ma di disorganizzazione. Se è vero che nessun segno lascia sperare una inversione della tendenza, dobbiamo già progettare gruppi di sopravvivenza, nuove comunità monastiche che – attrezzate di idonei strumenti – sopravvivendo al cataclisma conservino le parti migliori della nostra cultura e preparino – forse tra un secolo – un nuovo rinascimento. ; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.