Il regno di Matto. Friedrich Glauser. Sellerio, 1988.

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Descrizione

Sellerio (La memoria 174.); 1988; Noisbn ; Copertina flessibile con risvolti ; 16,5 x 12 cm; pp. 269; Traduzione e note di Gabriella de’ Grandi. Prima edizione nella collana; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (piccole lacerazioni, imperfezioni, sbucciature), interno senza scritte, lievemente brunito; Accettabile, (come da foto). ; L’opinione di Friedrich Glauser sul romanzo poliziesco era di un «mezzo per diffondere idee ragionevoli». Quali siano nel Regno di Matto le idee ragionevoli pare meno sfumato, meno consegnato a un’atmosfera generale, che in altri racconti dello scrittore svizzero. Forse per il premere dei ricordi personali (Glauser fu internato in manicomio, ebbe esperienza di riformatori, conobbe il tormento di un padre burocrate e tiranno), forse per l’assedio, in quegli anni, della follia collettiva (nel ’43 questo romanzo fu censurato di ogni riferimento a Hitler e il nazismo), di tali idee ne sono esplicite alcune: la pazzia come condizione più complessa della mera anormalità e amoralità, la psicoanalisi come terapia in sé inquietante e eversiva, la convinzione di una follia di massa accanto a quella individuale. E sono idee la cui ragione è oggi più o meno diffusa, diversamente che ai tempi di Glauser. Ma il mezzo per diffonderle, questo racconto, è audace e enigmatico già nella scelta dell’intreccio, non ortodossa nel campo del racconto poliziesco. Il sergente Studer indaga su delitti avvenuti nel regno di Matto, dove cioè per assioma giuridico vige l’incapacità d’intendere e volere, cause e moventi sono ridotti a questa incapacità e il mistero è apparentemente assorbito: «dove cessa il regno di Matto, Studer?». ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.