Descrizione
Einaudi (NUE 36); 1974; Noisbn ; Rilegato con sovracoperta; 18 x 12 cm; pp. 599; Prefazione e Traduzione di Diego Valeri. ; piccolo strappetto e leggeri segni d’uso alla sovracopertina, interno ottimo, piccola macchietta al taglio; Accettabile (come da foto). ; S’è parlato del Rosso come del romanzo di Giuliano, e delle due donne che, legandosi a lui, determinano a un tempo il proprio destino e quello di lui. Difatti il nucleo centrale è lí, nel dramma d’amore. E poco importa che dietro quel dramma si scopra un fattaccio di cronaca, e che gli elementi romanzeschi siano su per giú gli stessi che s’incontrano nella corrente produzione, narrativa e teatrale, del romanticismo francese 1830. Il dramma di Giuliano è cosa nuova, perché nuova è la fantasia di Stendhal; la quale infonde una corrente di vita ad alto potenziale nelle ombre smorte della cronaca e nei colorati fantocci di un Hugo, di un Dumas padre, di un Vigny; e illumina e umanamente giustifica le passioni nei loro motivi piú interni; e, pur dilettandosi dell’eccezionale, non si lascia mai trascinare al cervel- lotico e all’arbitrario… Qui verrebbe a taglio di considerare il Rosso (e gli altri romanzi e abbozzi di romanzo) sotto la specie dell’autobiografia romanzata. Ma questo è un punto su cui tutti i lettori, nonché gli studiosi di Stendhal, sono d’accordo. Non si attribuiscano a Enrico Beyle tutte le insanità e le malefatte dei suoi eroi; ma si riconosca che in Giuliano, e in Fabrizio, e in Luciano (senza dire di Enrico Brulard, ch’è appena un prestanome), e anche nelle loro donne, l’autore è sempre presente, in terza persona, ma con tutto il suo sangue e tutti i suoi sogni e tutte le sue pene. Per questo la sua narrazione è cosí viva, cosí aderente alla semplicità e al mistero del vivere. Per questo, leggendo il Rosso, crediamo di leggere, attraverso Stendhal, dentro di noi stessi. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.
