Il segno del teatro: rito, mito, maschera. Variazioni sulla scultura africana. Carmine Benincasa (a cura di). Editrice Magma, 1976.

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Descrizione

Editrice Magma (Nuovo Carpine); 1976; Noisbn ; Copertina flessibile; 29,5 x 24 cm; pp. 84; A cura di Carmine Benincasa. Volume riccamente illustrato con 88 fig b./n. ; Presenta segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni), interno senza scritte; Buono, (come da foto). ; Narrare nel linguaggio ciò che è interdetto nell’ordine della parola. È questo il tragico destino di chi deve dire l’impossibile del linguaggio. La scultura africana è segno rito mito maschera liturgia teatro scrittura, è tutto tranne che parola. Eppure bisogna trovare una parola che conservi il silenzio di questo segno sovrano. Perdere la parola, conservare il segno, la magia la fabulazione la sovranità del segno. In questo senso la scultura africana è inaccessibile, è inenarrabile, è disarmante come il silenzio. Forse questi segni totemici, queste scritture in legno, sono il primo grido e al contempo l’ultimo urlo, il lamma sabachtani che pone termine alla storia amara di un popolo intero, un popolo che squarciava nella forma dell’opera la struttura della schiavitù subíta per trasformarla in grido di libertà. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.