Descrizione
Einaudi (Struzzi 113, 114, 115); 1981-1982-1978; Noisbn ; Tre volumi in brossura; 19,5 x 11,5 cm; pp. 1477; A cura di G. Davico Bonino; leggeri segni d’uso alle copertine, interno ottimo; Buono (come da foto). ; Tomo primo: Primo di una serie di tre tomi dedicati alla commedia del Cinquecento, questo volume, a cura di Guido Davico Bonino, documenta il nascere e lo svolgersi della produzione comica in volgare in quattro aree teatrali particolarmente rappresentative: Ferrara, dove l’accorta politica culturale degli Estensi favorisce e privilegia la nascita della commedia in lingua, affidandone la stesura e l’allestimento ad uno scrittore della statura dell’Ariosto; l’Urbino dei Della Rovere, che propizia la nascita di un capolavoro come “La Calandria del Bibbiena”; la Firenze medicea, vera e propria fucina di ricerche teatrali – dopo lo ‘scandalo’ della “Mandragola” – sotto l’occhio sempre più vigile e accentratore del duca Cosimo; Venezia, che beneficia dapprima dell’attività di un drammaturgo e interprete d’eccezione, Ruzante, e poi della passione per lo spettacolo nutrita dalla sua aristocrazia. La raccolta dei testi (ognuno dei quali annotato) è preceduta da una introduzione assai ampia e seguita da una folta appendice di cronache e documenti, che danno vita ad un ricco panorama di vita dello spettacolo, lungo l’intero secolo. I due volumi successivi sono dedicati alle vicende della commedia a Roma, Siena, Perugia, Napoli, alle discussioni di poetica, ai primi documenti di Commedia dell’Arte, alle ricerche di architetti e scenografi, al rapporto tra teatro e Controriforma. Tomo secondo: In questo secondo tomo della «Commedia del Cinquecento», a cura di Guido Davico Bonino, viene ricostruita attraverso testi e documenti la produzione teatrale di due centri di cultura: Roma e Siena. A Roma è la corte papale a promuovere spettacoli, secondo direttive che mutano da pontefice a pontefice, e vanno dall’allestimento di commedie nate in altri ambienti alla committenza di testi originali, come « Gli Straccioni» del Caro. Ma Roma è anche protagonista di commedie – «Il Pedante» del Belo, la «Cortigiana» dell’Aretino – che ne mettono a nudo la crisi. A Siena, invece, la vita teatrale ferve intorno alle accademie: la congrega dei Rozzi, che aduna artigiani e mercanti, autori ed interpreti di polemiche farse villanesche; e l’accademia degli Intronati, che, con gusto aristocratico sperimenta un nuovo tipo di commedia romanzesca e lacrimevole. Tomo terzo: Questo è il terzo tomo della sezione «La commedia del Cinquecento della serie «Il teatro italiano». Lo ha curato, come i primi due tomi, Guido Davico Bonino, che dirige l’intera serie. Documenta la produzione teatrale del secolo a Napoli (due i testi che si riferiscono a quest’area, il «Candelaio» di Giordano Bruno e «La Fantesca» di Giambattista Della Porta); discute ampiamente la graduale opera di irreggimentazione ideologica cui la comicità teatrale è sottoposta da parte di molti teorici (ne è un esempio «L’Erofilomachia» del perugino Sforza Oddi); e ricostruisce, su un altro versante, la fitta rete di rapporti instauratasi, a partire dagli anni ’60, tra commedia colta e commedia dell’arte. Una folta appendice di documenti e testimonianze (che si è rivelata, nei tomi sin qui usciti, un prezioso strumento di lavoro, in ambito scolastico) arricchisce e completa la raccolta. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.