José Luis Cuevas. Ipotesi per una lettura. Roberto Sanesi. Centro Arte/Zarathustra, 1978.

30,00

Solo 1 pezzi disponibili

COD: 19247 Categoria: Tag: ,

Descrizione

Centro Arte/Zarathustra ; 1978; Noisbn; Rilegato in tela con titoli al piatto e dorso, sovracoperta ; 31 x 24,5 cm; pp. nn; A cura di Roberto Sanesi. Testi in italiano, francese, inglese e spagnolo. Volume illustrato con X tavv. a col. e 197 tavv in b./n. 30 di documentazione fotografica e note bio-bibliografiche.; Presenta severi segni d’uso alla sovracoperta (imperfezioni, sbucciature e lacerazioni), interno senza scritte, lievissime fioriture ; Accettabile (come da foto). ; Per l’opera di Cuevas si potrebbe pensare a una tecnica espositiva da Divin Marchese, ma non cosi protocollare (illuministica): la cerimoniale disposizione sadiana (c’è sempre “qualcuno che comanda le risoluzioni, prescrive gli spostamenti e presiede all’ordine”) tende a una sorta di raggelamento, di falso, provoca figurazioni da laboratorio. La disposizione dei personaggi di Cuevas, non meno cerimoniale, è sempre “disturbata”, vi circola un malessere fra il goyesco e il decadente, vi si sente una allusione alla trinità “carne, morte e diavolo” filtrata dall’esperienza surrealista. E ancora, come in Sade, il diavolo non esiste. Nello scrittore è sostituito dalla ragione. In Cuevas dalla malattia: e se vi appare è, al massimo, una sorta di maestro di cerimonie, o un suggeritore da teatro. La recitazione è del corpo, che appunto invade la scena (in genere vuota) quale oggetto isolato e nel cui volume, nel cui spazio esasperato accentra e mima un dolore e una miseria primitivi, corpo portatore della propria metafora: per questo, talvolta, il particolare strappato dal corpo e ingigantito, cosi come si può dire “il mio piede ha male, la mia testa ha male”. Da cui, in Cuevas, I’nevitabile, conseguente messinscena della devianza, ancora infermità e morte. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.

Informazioni aggiuntive

Peso 2 kg