Descrizione
Rubbettino (Biblioteca austriaca 2); 1999; 9788872848227 ; Copertina flessibile con risvolti ; 27,5 x 22 cm; pp. 45; A cura di Dario Antiseri e Lorenzo Infantino. Traduzione di Luigi Caranti. Volume riccamente illustrato in b./n. Numerose fotografie. ; Presenta leggeri segni d’uso ai bordi (senza mancanze nè lacerazioni, piccole imperfezioni), interno senza scritte; Molto buono, (come da foto). ; La pubblicazione di questo album, dopo quello specificamente dedicato alla vicenda intellettuale di Friedrich A. von Hayek, intende indirizzare l’attenzione del più vasto pubblico colto su quella “tradizione di ricerca” costituita dalla Scuola austriaca di economia – i cui più illustri esponenti, significativi rappresentanti della Grande Vienna (C. Menger, E. von Boehm-Bawerk, F. von Wieser, L. von Mises, F.A. von Hayek) – hanno dato rilevantissimi contributi nel campo economico, epistemologico, sociologico e politico. Il primo grande insegnamento che ci proviene dalla Scuola austriaca è quello per cui la conoscenza umana è e resta ipotetica, congetturale. E, subito dopo, l’altra grande lezione: oltre che fallibili, noi siamo ignoranti – siamo fallibili nelle nostre conoscenze, e siamo ignoranti poiché le nostre conoscenze, specie le conoscenze di situazioni particolari di tempo e di luogo, sono e restano disperse tra milioni e milioni di uomini. Un ulteriore argomento, sin dagli anni Venti familiare all’interno della Scuola austriaca e che minava la pretesa del piano unico di produzione e di distribuzione, è l’idea dell’impossibilità del calcolo economico in una società la quale abbia abolito la proprietà privata dei mezzi di produzione: il “socialismo” è impraticabile. Per altro verso, una concezione che attraversa l’intera produzione scientifica della Scuola austriaca riguarda il nesso indissolubile tra economia di mercato e Stato di diritto o Società aperta o Grande Società. La soppressione dell’economia di mercato equivale alla cancellazione automatica delle libertà politiche e dei diritti individuali: “chi possiede tutti i mezzi stabilisce tutti i fini”. Una sostanziale teoria unificata del metodo, la divisione delle scienze su base metodologica, l’individualismo metodologico, una serrata critica di quelle filosofie della storia (per esempio di Comte e di Hegel) che ostentano il possesso di ineluttabili leggi della storia umana nella sua interezza, una teoria della razionalità limitata, la distruzione della teoria del valore-lavoro, la concorrenza vista come procedura di scoperta del nuovo, la democrazia considerata come insieme di istituzioni che permettono l’effettivo controllo dei governati sui governanti e la sostituzione di questi ultimi senza spargimento di sangue, la lotta contro la tirannia delle maggioranze e dei parlamenti onnipotenti, una penetrante analisi delle origini socialiste del nazismo, un esame delle conseguenze del burocratismo sulla psicologia umana, l’analisi del dilagante servilismo degli intellettuali nei regimi totalitari: ecco altrettanti elementi che caratterizzano le opere degli esponenti della Scuola austriaca da Carl Menger a Eugen von Böhm-Bawerk, da Ludwig von Mises a Friedrich A. von Hayek. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.