Descrizione
Feltrinelli (I narratori 269); 1980; Noisbn ; Copertina flessibile ; 20 x 12,5 cm; pp. 302; Traduzione di A. Morino. Prima edizione ; leggeri segni d’uso alla copertina, interno buono; Buono (come da foto). ; Questo romanzo, col quale Scorza conclude il ciclo andino iniziato con Rulli di tamburo per Rancas, ha un carattere riassuntivo sia perché vi si riannodano tutti i filoni che hanno alimentato l’affresco epico, sia perché qui la narrazione è spesso caratterizzata da un passo quasi esplicativo. Personaggi e ambiente sono gli stessi delle opere precedenti, ma ai primi si aggiunge ora la figura dell’avvocato Ledesma, difensore dei diritti dei comuneros peruviani: grazie all’intervento di Ledesma (che è un personaggio storico) la rivoluzione contadina si sviluppa secondo coordinate ideologiche più precise e diventa l’omologo delle lotte sostenute dagli operai in paesi industrialmente più avanzati. Come già negli altri romanzi del ciclo, la narrazione procede seguendo diverse storie, e gli spunti favolosi si affiancano a quelli rigorosamente storici. Accanto alle vicissitudini di Ledesma si svolge la storia della trasformazione in santa di Maca Albornoz, la bella meticcia che aveva fatto perdere la testa ai latifondisti della regione in Cantare di Agapito Robles. Una terza storia si situa a metà strada tra queste due e verte sull’ambiguo amore del ladro di bestiame Doroteo Silvestre per un bandito. Ne La vampata si chiarisce definitivamente l’intenzione di Scorza di registrare pagine dimenticate della lotta dei comuneros peruviani riscattandole dall’oblio in cui le hanno relegate gli storici ufficiali. E qui, più che altrove, si delinea, all’interno della tradizione del romanzo indigenista, la peculiarità delle esperienze, tra mito e storia, proprie delle popolazioni emarginate sugli altopiani andin ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.