Descrizione
Rubbettino (Saggi 52); 1999; 9788872848210; Rilegato con titoli al dorso, sovracoperta; 21,5 x 13,5 cm; pp. 67; ; Presenta minimi segni d’uso ; Molto buono, (come da foto). ; Il più attento esame dell’ormai vasta letteratura riguardante i concetti di “destra” e “sinistra” mostra il fallimento dei numerosi tentativi volti, in vario modo, a salvarne la portata esplicativa (e normativa). «Fantasmi vedeva Luigi Sturzo nei concetti di “destra” e “sinistra”. E il 6 marzo del 1992, in una conferenza tenuta a Siviglia, Karl Popper dichiarava che noi dovremmo tentare di occuparci di politica al di fuori della polarizzazione sinistra-destra. Tra “destra” e “sinistra” Anthony Giddens ha cercato una terza via, ma non l’ha trovata. Questa l’opinione di Dario Antiseri, il quale non reputa convincente nemmeno lo scrupoloso e meritorio tentativo di Norberto Bobbio, teso a ribadire l’utilità della diade “destra-sinistra”. L’indagine di “casi” significativi (l’origine socialista del nazismo; la polemica del 1954 tra Luigi Sturzo e Giorgio La Pira; la soluzione che Friedrich A. von Hayek propone per il problema della solidarietà e un pur rapido inventario di tematiche politiche attuali) inducono a concludere che “destra” e “sinistra” siano non tanto due parole inutili quanto piuttosto concetti dannosi, perché vietano una diversa e più adeguata interpretazione di eventi trascorsi e insieme la comprensione di quanto sta accadendo, giorno per giorno, sotto i nostri occhi. Difatti venuta meno l’idea del “partito-chiesa” (custode indiscutibile dell’unica vera visione del mondo e di valori esclusivi, e sorgente della giusta soluzione di ogni problema), sempre più di frequente si dà che i cittadini posti dinanzi ai più svariati problemi (la caccia, il divorzio, le pensioni, il finanziamento pubblico dei partiti, il sistema elettorale, l’espianto di organi e così via), si aggregano attorno ad una soluzione o ad un’altra non più in base agli ordini di partito bensì in relazione alle loro conoscenze e ai loro interessi. Dunque; non più i partiti tradizionali, ma una prassi politica science-oriented; e cioè associazioni temporanee di cittadini che, a seconda del problema in questione, sciamano attorno alla soluzione da loro ritenuta migliore. Riprende forza, in tal modo, la tesi già proposta, tra gli altri da Moisei Yakovlevich Ostrogorski e da Gaetano Salvemini (col suo “problemismo” o “concretismo”) prospettiva che oggi può venire favorita dalla moderna agorà telematica della Tv e da altri strumenti elettorali quali i “pulsanti domestici” – e che, al contempo, apre ulteriori interrogativi, i più urgenti dei quali quelli connessi alle forme di rappresentanza e al funzionamento del governo. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.