Le avventure di Aymé Leboeuf. Michail Kuzmin. Sellerio, 1993.

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Descrizione

Sellerio (La memoria 280); 1993; no isbn; Copertina flessibile con risvolti ; 16,5 x 12 cm; pp. 113; A cura di P. Ferretti. Prima edizione; leggeri segni d’uso alla copertina, interno ottimo; Buono (come da foto). ; Il russo Kuzmin, della passione per i luoghi del passato letterariamente ricomposti propria dell’avanguardia russa del primo Novecento, è rappresentante esemplare. E il suo campo prediletto era il Settecento francese (coltivato con lo studio della letteratura, a cercarne: «il mondo degli artisti, degli artigiani, con la vita di allora, le tradizioni, la varietà degli incontri, l’avventura, la “atmosfericità”»). Un Settecento stilizzato, manierista che irresistibilmente ricorda quanto ne diceva Giacomo Casanova: chi non ha vissuto prima della rivoluzione non conosce la dolcezza del vivere. E un po’ Casanova, e in parte Cagliostro (su cui Kuzmin scrisse un altro breve romanzo «storico») e in parte, infine, Candide, è Aymé Leboeuf le cui vicende fuggono dalla Parigi libertina, alla Firenze delle cospirazioni, alla Venezia galante, alla Germania del rigido ordine feudale: giovinetto efebico amato dalle dame; giovane avventuriero rotto a ogni frode; adulto mago e impostore; fino all’ultima fuga, di cui però le sue Avventure lasciano l’esito in sospeso. Aymé è del tutto in mano al caso (così Kuzmin immagina il Settecento), come una foglia al vento: ma quel vento è una lieve brezza fresca (così Kuzmin immagina la dolcezza del vivere, sconosciuta a chi non ha vissuto prima della rivoluzione).; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.