Modernità e olocausto. Zygmunt Bauman. Mulino, 1995.

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Descrizione

Mulino (Le occasioni XLVIII.); 1992; 9788815036865; Rilegato con titoli al dorso, sovracoperta ; 21,5 x 14,5 cm; pp. 280; Traduzione di Massimo Baldini.; Presenta minimi segni d’uso (piccole imperfezioni), timbro ex-libris, interno senza scritte, volume lievemente brunito; Molto buono, (come da foto). ; La memoria collettiva e la letteratura specialistica hanno tentato in modi diversi di eludere il significato più profondo dell’Olocausto, riducendolo a un episodio della storia millenaria dell’antisemitismo o considerandolo un incidente di percorso, una barbara ma temporanea deviazione dalla via maestra della civilizzazione. In entrambi i casi la patologia evocata non chiama in causa la condizione «normale» della nostra società. In realtà l’Olocausto si dimostra inestricabilmente legato alla logica interna della modernità così come si è sviluppata in Occidente. Gli aspetti di razionalizzazione e burocratizzazione della civiltà occidentale già analizzati dalla tradizione storico-sociologica che fa capo a Weber e qui criticamente rivisitati da Bauman hanno costituito la condizione necessaria del genocidio nazista, che fu l’esito specifico dell’incontro tra lo sconvolgimento sociale provocato dalla modernizzazione e i poderosi strumenti di ingegneria sociale creati dalla modernità stessa. Sebbene tale intreccio sia stato unico nella sua tragicità, i fattori che furono alla sua base sono tuttora operanti e diffusi. Non riconoscerlo, oltre che oltraggioso nei confronti delle vittime, sarebbe il segno di una cecità pericolosa e suicida. La lezione dell’Olocausto si carica così, nell’interpretazione di Bauman, di sconcertante attualità per il mondo contemporaneo, travagliato da concitate trasformazioni e rinnovati problemi di convivenza tra culture ed etnie. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.

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Peso 1 kg