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Nessuno è colpevole. Giorgio Scerbanenco. Sellerio, 2009.

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Descrizione

Sellerio (La memoria 788); 2009; 9788838923883 ; Copertina flessibile con risvolti; 17 x 12 cm; pp. 243; A cura di R. Pirani. ; leggeri segni d’uso alla copertina, interno ottimo; Buono (come da foto). ; Nessuno è colpevole è il terzo romanzo pubblicato da questa casa editrice appartenente alla serie dell’archivista Arthur Jelling della polizia di Boston. Nel primo, Sei giorni di preavviso, il timido investigatore uscito dalla penna fertilissima di Giorgio Scerbanenco, impegna la parte prevalente del tempo addirittura in una acrobatica controinchiesta destinata a smontare una tesi investigativa da lui stesso congegnata. Nel secondo, La bambola cieca, più che scoprire un assassino, si tratta di fermare la sua arma prima del prossimo delitto, sciogliendo un specie di enigma. Man mano che si procede nella lettura dei suoi gialli, cresce l’impressione che Scerbanenco non sia semplicemente l’arguto e affascinante importatore di gialli investigativi nel Novecento italiano; e nemmeno colui il quale (per mezzo della seconda serie anni Sessanta, con l’ex medico investigatore Duca Lamberti protagonista) introdusse il noir in Italia. Si capisce che questo scrittore di tutti i generi, è in realtà un audace sperimentatore. Un autore che ha deciso che, essendo fondamentalmente il giallo un gioco a due che implica il lettore come fosse anche quest’ultimo uno dei personaggi, si possono percorrere liberamente tutte le vie ed è anzi più congruo seguire le variabile più sorprendenti della sfida. Fino, volendo a scardinare il giallo nella sua struttura, fin, quasi, all’ironia dell’antigiallo. «Io no, non dico questo. Anzi dico che l’ha ucciso, ma lo dico senza convinzione»: dichiara Jelling in Nessuno è colpevole. Il caso infatti si presenta subito senza problemi, senza «giallo»: è stato ucciso un uomo durante una partita di caccia, e il suo compagno è reo confesso, senza dubbi, senza tentennamenti, con piena convinzione di tutti, anche di amici e figli. Solo l’archivista dal rossore facile resiste all’acquietamento generale e per dimostrare la sua ragione si intestardisce nella più astrusa delle dimostrazioni per assurdo. Avendo archiviato casi su casi, lui sa benissimo che la realtà supera sempre la fantasia. «Il protagonista, a volte si direbbe la vittima, dei romanzi polizieschi di Scerbanenco – scriveva Oreste Del Buono – si chiamava Jelling, era il più oscuro degli impiegati… era timido, pavido, remissivo, di una gentilezza quasi femminea nei modi, eppure capace di risolvere qualsiasi imbroglio. Un antieroe». Insomma, quanto di più inverosimile come detective: eppure, anche in questa scelta controintuitiva, Scerbanenco si mostra in grado di reggere la sua partita con il lettore. ; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.