Descrizione
Einaudi; 1988; 9788806114183 ; Rilegato con sovracoperta; 12,5 x 14,5 cm; pp. 269; Traduzione di G. Guglielmi ; minimi segni d’uso alla sovracopertina, interno ottimo; Molto buono, (come da foto). ; Come a specchio di un’esplosione del vero che si ripeta nella memoria – il bombardamento di Montmartre nell’agosto del 1944, su cui l’io narrativo innesca i sanguinosi sismi bellici della Chapelle e di Billancourt – Normance arriva ai lettori attraverso l’editore Gallimard nel 1954, due anni dopo il prologo di Féerie pour une autre fois: la Pantomima per un’altra volta come dice il titolo dell’edizione italiana. Ma la costruzione del dittico narrativo non fu intesa né dal pubblico, né dalla critica, anche se in essa si annunziava già quella cronaca visionaria che avrebbe poi condotto alla trilogia germanica con la sua sconvolgente, eterodossa novità di scrittura. Di fatto, nel primo libro, Féerie, le pagine finali, solcate dalle prime bombe lontane e dal brusio di una folla raccolta intorno ai fumi delle macerie, portano proprio sulla soglia di Normance: l’eroe degradato e istrionico vomita sotto un cielo capovolto tra il suono ossessivo delle sirene dopo la scena del possesso della moglie Lilí da parte di Jules, l’amico pittore senza gambe, giú nell’atelier del sottoscala. A questo punto si scatena il grande bombardamento e il narratore cade dopo un volo di sei metri in fondo alla gabbia dell’ascensore: trasportato in casa, al sesto piano della Rue Girardon, delirante e confuso, assiste al carosello funebre delle prime ondate di aerei. L’inferno non risparmia nessuno nella sua crudeltà cieca e grottesca. Tutto si «scaravolta», i mobili si riversano nelle scale, la gabbia dell’ascensore diventa una voragine, mentre gli inquilini si lanciano fuori dagli appartamenti per trovare un primo scampo provviso rio nella <