Descrizione
Garzanti (Saggi blu.); 1976; Noisbn ; Copertina flessibile ; 21 x 14 cm; pp. 331; Traduzione di Elina Klersy Imberciadori. Prima edizione. ; Presenta leggeri segni del tempo (senza mancanze nè lacerazioni), interno senza scritte, volume lievemente brunito; Buono, (come da foto). ; In questo volume sono presenti due costanti del procedere critico dí Blanchot: la lunga fedeltà a scrittori come Kafka, Rilke, Hiblderlin, MalIarmé, Rimbaud, Proust, e un’istanza di metodo: l’introdurre senza soluzione di continuità brevi analisi monografiche come momenti di una più vasta indagine, insieme letteraria e filosofica, sul fatto dello scrivere. In Blanchot le frontiere fra opera critica e opera non critica, tra scrittore e critico si dissolvono, solo regna sovrano il linguaggio; la critica entra nella vertigine, nel gioco seducente e mortale della scrittura. Si tratta di critica non creativa, ma semmai indicativa di una carenza fondamentale, di un’assenza costitutiva, di una totalità affetta dal segno meno, di un vuoto centrale indicato da Blanchot, in un’immagine splendida, come il luogo d’origine — irraggiungibile, pena la scomparsa del canto affascinante e disumano delle Sirene. A differenza di Ulisse, greco della decadenza, che scaltramente e senza rischio ha preteso di giocare con le potenze ispirate dell’immaginario avvicinandosi impunemente alla sorgente del canto, per Blanchot — e per i suoi lettori — Orfeo non si è voltato, le Sirene non sono scomparse nei flutti, Euridice non è rientrata nell’ombra, il segreto dell’opera non è stato tradito, la fascinazione dell immaginario continua, la navigazione « verso » il canto d’abisso delle Sirene è ancora « in atto » e «falsi » sono quei « passi » che pretendono condurvici. ; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.