Pensare la musica oggi. Pierre Boulez. Einaudi, 1979.

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Descrizione

Einaudi (Nuovo Politecnico 112); 1979; Noisbn ; Copertina flessibile con sovracoperta ; 18 x 10,5 cm; pp. 210; Traduzione L. Bonino Savarino ; leggeri segni d’uso alla copertina, interno ottimo; Buono (come da foto). ; «Occorre cercare la disciplina nella libertà». Questa citazione da Debussy è non solo l’idea ma il cuore pulsante di tutta la ricerca che Boulez ha sviluppato, con esiti spesso clamorosi, nell’arco di un trentennio. In quest’ultima opera, senz’altro la piú profonda e ambiziosa, viene stesa e analizzata la possibile fondazione di un progetto estetico che, pur prendendo le mosse dal fenomeno musicale e dalla struttura dello spazio sonoro, si amplia fino al ripensamento della piú ampia categoria dell’espressione artistica. Il pensiero di Boulez, come quello di Schönberg, di Webern o di Debussy, non è preminentemente musicale, ma filosofico. Le tecniche musicali contemporanee che vengono qui analizzate con appassionata severità, subiscono il trauma di una verifica generale, un confronto con la tradizione che regge la categoria stessa della creatività. Per Boulez quasi tutti i fenomeni che hanno informato le ricerche artistiche dell’ultimo quarto di secolo appaiono come una forma di «libertinaggio», un pasticcio di epigoni che portano scompiglio nella disciplina e confondono la libertà con l’indigenza immaginativa. A tutte queste espressioni transitorie viene opposto il rigore della ricerca formale, lo studio del pensiero musicale come tecnica e principio logico. Boulez giunge cosí, nell’organizzare la sua poetica, al concetto ormai classico di Struttura quale metro fondamentale di giudizio e punto di partenza di ogni meditazione espressiva: «Per fondare qualsiasi creazione, piú delle acquisizioni propriamente dette, che ne sono sia l’origine che la conseguenza, considero indispensabili i metodi di investigazione e la ricerca di un sistema coerente. Non mi si venga ad obbiettare che un procedimento simile conduce all’aridità, uccide ogni fantasia, ogni ispirazione. Lungi dal non vedere nel proseguimento di un metodo, nell’istituzione di un sistema che un inaridirsi delle facoltà, vi vedo al contrario la forma piú potente d’invenzione, dove l’immaginazione ha una parte capitale, determinante… La “tecnica” non è quel peso morto che ci si deve trascinar dietro come una garanzia sulla perennità. Essa è quello specchio esaltante creato dall’immaginazione, che le rimanda le sue proprie scoperte»; L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.