Descrizione
Einaudi (Nuovo politecnico 133); 1983; 8806055763 ; Copertina flessibile; 18 x 10,5 cm; pp. 231; Seconda edizione. ; minimi segni d’uso alla copertina, interno ottimo; Buono (come da foto). ; Venti lettere, scritte nella sezione speciale del carcere romano di Rebibbia e rivolte a un giovane amico, in cui Toni Negri ricostruisce i passaggi della sua vita intellettuale e politica. A confronto con il repertorio di saggi che compongono la copiosa produzione filosofica e teorico-politica di Negri, questo libro appare anomalo, perché costruito con un registro ispirato alla tradizione letteraria dell’epistolario. La narrazione di un percorso esistenziale che coniuga una rigorosa formazione culturale a una potente passione politica, sullo sfondo della storia italiana dal Dopoguerra alla fine degli anni Settanta. «Affido la tesi al racconto. Il canovaccio è materialista: che la vita sia un sacramento, un miscuglio di divinità e realtà e che, su questa superficie, amore e violenza formino essenze sociali, identità collettive. Un flusso reale. Pipe-line. Qui dentro ci ritagliamo. L’immaginazione ci mostra l’infanzia come una struttura trascendentale senza soggetto – su questo sfondo l’indecenza della memoria e la miseria dell’individualità si stemperano – generosamente cerchiamo noi stessi, dentro questa realtà controversa nella quale siamo immersi, ed è una generosità astuta che ci mette in caccia e l’io è il selvaggio. Non so come spiegarti meglio: è nel riconoscerci in una comunità che afferriamo noi stessi».; Spedizione veloce con BRT. L’immagine se disponibile, corrisponde alla copia in vendita.